La siccità non è l’unica preoccupazione per gli agricoltori e allevatori siciliani. La crisi idrica che affligge la Sicilia da mesi sta esacerbando infatti un altro problema cronico: gli attacchi della fauna selvatica. In particolare, i cinghiali che a causa scarsità di acqua e cibo, si spingono sempre più spesso fuori dal loro habitat, invadendo i campi coltivati che ancora dispongono di pozzi privati e irrigazione.
Il Piano di contenimento e la risposta della Regione
Stefano Masini, responsabile dell’Area ambiente e territorio di Coldiretti lancia l’allarme dopo che Coldiretti ha elaborato un Piano di contenimento degli animali selvatici, concentrandosi sui suidi, e lo ha presentato alla Regione Siciliana. Le autorità regionali sembravano interessate al documento e propense ad approvare una delibera in linea con le proposte dell’associazione.
L’aggressione a Tusa
Intanto una nuova aggressione. A Tusa un coltivatore è stato assalito da un cinghiale, riportando gravi ferite. Un incidente che evidenzia l’urgenza di affrontare il problema della fauna selvatica in modo efficace e tempestivo.
La protesta contro la siccità
Da oggi pomeriggio inizierà a Palermo il presidio Coldiretti davanti alla presidenza della Regione. Centinaia di agricoltori staranno giorno e notte in piazza Indipendenza “perché gli interventi indispensabili già approvati dal presidente Renato Schifani dopo la grande manifestazione del 28 maggio scorso, ad eccezione del voucher fieno, non sono state ancora attuati”, si legge in una nota
“Diamo atto al presidente della sospensione del pagamento delle irrigazioni di soccorso ma è solo un piccolo intervento che non basta – sostiene Coldiretti Sicilia -. Aspettiamo il piano di contenimento della fauna selvatica che è diventato vitale per salvare le produzioni letteralmente annientate dai cinghiali. In alcune aree della Sicilia gli attacchi agli uomini sono continui e solo in ordine di tempo a Tusa un agricoltore di 73 anni è stato assalito con gravissimi danni fisici. È la Regione che può intervenire autonomamente e ancora non ha ultimato l’iter avviato da mesi”.
“Aspettiamo l’istituzione del tavolo politico – prosegue Coldiretti – l’unico in grado di poter indicare la strategia economica per gli agricoltori nonché il varo delle consulte degli agricoltori nei consorzi di bonifica che in attesa della riforma di cui si sono perse le tracce. Non si può pensare di mantenere ancora strutture assolutamente non in grado di gestire l’emergenza senza la presenza di chi in campo ci vive”.
“Presidiamo l’istituzione che deve essere a fianco degli agricoltori nelle cui campagne non c’è più neanche una goccia d’acqua anche perché si avvii un piano di manutenzione delle strutture che non porti a sprechi come quelli visti negli ultimi giorni “, conclude Coldiretti Sicilia.
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