Le dimissioni restano confermate e sono solo postergate di qualche giorno. Il tempo necessario per essere ricevuto in udienza dal papa. Il sindaco di Messina Cateno De Luca prende qualche altro giorno di tempo prima di lasciare la poltrona più importante di Palazzo Zanca. Ieri ha annunciato durante una diretta su Facebook che rinvierà di una settimana la decisione di dimettersi da primo cittadino per candidarsi alla Regione. “Ci tengo – ha detto De Luca – ad essere presente e rappresentare la città di Messina all’udienza dal Papa organizzata dall’Anci. Mi sembra doveroso”.

Nessun ripensamento

De Luca ha aggiunto che le dimissioni sono solo rinviate, esattamente di 6 giorni. “Mi dovete sopportare una settimana in più. Non si andrà oltre” ha precisato, confermando quindi di voler lasciare. Pertanto le dimissioni dovrebbero essere protocollate lunedì 17 gennaio per essere efficaci venti giorni dopo. De Luca aveva sottolineato che nei 20 giorni che intercorreranno dalla data del protocollo delle dimissioni a quando diverranno efficaci, continuerà “a fare il sindaco. E quei venti giorni, inoltre, sono sufficienti a gestire l’ondata pandemica, la quarta, che non sta risparmiando Messina”.

Nel 2018 la prima “minaccia” di andar via

Per De Luca sono stati sicuramente anni tribolati questi sulla poltrona di sindaco di Messina. Già nel 2018, pochi mesi dopo la sua elezione a primo cittadino della città dello Stretto, aveva annunciato di volersi dimettere perché in rotta con il consiglio comunale. Quelle dimissioni effettivamente le presentò e poi le ritirò. Motivo? Era in rotta con il consiglio comunale. Al suo insediamento De Luca si trovò in pratica senza alcun consigliere a sostegno. Le sue liste non superarono lo sbarramento e quindi nessun esponente dell’assise di suo riferimento si ritrovò dietro gli scranni. Quando si dice un uomo solo al comando.

Ieri la fine dell’ennesima controversia giudiziaria

Ieri oltretutto è stato un giorno di giubilo per Cateno De Luca. E’ stato infatti assolto dall’accusa di evasione fiscale. Uno dei tanti processi che ha dovuto affrontare da quando ha iniziato la sua carriera politica. Per De Luca la Procura aveva chiesto tre anni di reclusione. Si tratta del processo che lo aveva visto sul banco degli imputati per la gestione del Caf Fenapi da lui creato nel 1992. In particolare, il sindaco peloritano rispondeva di utilizzo di fatture false ed evasione fiscale dal 2009 al 2012. In diretta Facebook Cateno De Luca ha ringraziato il tribunale: “Ho trovato giustizia nonostante sono stato un perseguitato dalla procura, meno male che c’è sempre un giudice che riesce a leggere i documenti che sono stati rimaneggiati”.

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