Il Tribunale del Riesame, dopo gli arresti dello scorso 6 febbraio, ha rimesso in libertà Costanzo Zammataro Giuseppe di Tortorici ma residente a Noto. Il 48 enne, è uno degli arrestati nell’ambito della maxi operazione antimafia denominata “Nebrodi 2”, la più grande offensiva dello Stato a cosa nostra nella provincia di Messina dai tempi dell’inchiesta “Mare nostrum” nella metà degli anni ’90.
Costanzo Zammataro è indagato di estorsione e di aver agevolato uno dei gruppi più attivi del clan in vari attività, in una zona dove tradizionalmente la mafia ha sempre fatto “affari”. Ora i giudici per lui hanno annullato l’ordinanza.
Il ricorso
È stato accolto il ricorso al Tribunale della Libertà presentato dall’’Avv. Antonino Campisi e dai propri collaboratori Antonio Cappello e Francesco Piccione. I sei giudici del Riesame hanno annullato l’Ordinanza di Custodia Cautelare emanata dal GIP di Messina rimettendo in piena libertà il Sig. Costanzo Zammataro Giuseppe, ritenendo che non si ravvisa, per lui, la presenza di gravi indizi di colpevolezza in merito alla partecipazione ed alla finalità di favorire gli affari di Cosa Nostra.
Per effetti del provvedimento in data 01.03.2024 Costanzo Zammataro Giuseppe ha lasciato il carcere di Bicocca ed è totalmente libero.
L’operazione
Trentasette indagati in tutta Italia, a partire da Tortorici, in provincia, di Messina, nelle province di Siracusa, Enna, Catania, Rovigo e Gorizia da parte dei carabinieri del Ros e del comando carabinieri per la Tutela Agroalimentare, i finanzieri del comando provinciale e il personale della squadra Mobile della questura di Messina, con il supporto in fase esecutiva del comando provinciale carabinieri di Messina, dello Squadrone Eliportato carabinieri cacciatori di Sicilia, del nucleo Cinofili di Catania, del 12° Nucleo Elicotteri Carabinieri e della sezione aerea di manovra guardia di finanza di Catania.
Varie accuse
Insieme hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Messina, su richiesta della locale procura distrettuale antimafia, nei confronti di persone, appartenenti o indiziati di appartenere alla famiglia mafiosa Tortoriciana poiché indagati a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione dedita alla coltivazione, acquisto, detenzione, cessione e al commercio di sostanza stupefacente di vario tipo, estorsioni, trasferimento fraudolento di valori, truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni pubbliche in concorso, riciclaggio e autoriciclaggio, malversazioni di erogazioni pubbliche, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale.
I reati fine (ad eccezione di quelli di falso e malversazione di erogazioni pubbliche) sono aggravati ai sensi dell’articolo 416.1 bis del codice penale poiché commessi avvalendosi delle condizioni previste dall’articolo 416 bis del medesimo codice penale, ovvero al fine di agevolare l’attività dell’associazione di stampo mafioso dei “tortoriciani”, nella sua articolazione del gruppo dei “Bontempo Scavo” e del gruppo dei “Batanesi”, operante a Tortorici e sulla fascia tirrenica della provincia di Messina.
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