Una piano lacrime e sangue è quello il Piano Industriale Unicredit presentato alla parti sociali e che prevede 8.000 esuberi, di cui 5.500 in Italia, e la chiusura di 450 filiali. Il responsabile del Personale di Unicredit Group Paolo Cornetta ha fornito oggi a Milano le linee generali del nuovo piano industriale 2020-2023, annunciando licenziamenti e chiusure.
In Sicilia le ricadute riguarderanno centinaia di lavoratori con la chiusura di decine di filiali, falcidiando la rete già ridotta drasticamente nell’ultimo triennio. L’annuncio preoccupa non poco i sindacati. Il segretario generale Uilca Unicredit Banca, Rosario Mingoia, si dice pronto ad “ogni forma di reazione, se non vi sarà un processo di crescita che dovrà necessariamente partire dalle assunzioni indispensabili per fornire una servizio adeguato”. La partita si preannuncia complicata ma “noi siamo pronti, ferma restando la volontarietà degli esodi che non può essere messa in discussione”, aggiunge Mingoia.
È un “piano da delirio” quello presentato oggi da Jean Pierre Mustier, secondo il coordinatore regionale in Sicilia della FABI, Carmelo Raffa e gli fa eco il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. “Jean Pierre Mustier farà come Lakshmi Mittal per la ex Ilva di Taranto: chiederà uno scudo penale per Unicredit? Nel nuovo piano non è prevista alcuna assunzione e Unicredit è una banca nella quale le lavoratrici e i lavoratori hanno già fatto molti sacrifici: gli 8.000 esuberi inseriti nel nuovo piano industriale si andrebbero ad aggiungere ai 26.650 posti di lavoro tagliati a partire dal 2007”.
La stessa preoccupazione del sindacato è per gli sportelli. Ne sono stati chiusi 1.381 e Mustier ne vorrebbe chiudere altri 500, recidendo ancora di più il rapporto con la clientela e il legame col territorio. “Non c’è da sorprendersi per gli 8.000 esuberi – continua Sileoni , adesso proveranno addirittura a dire che sono 2.000 in meno rispetto a quei 10.000 che la stessa banca ha fatto filtrare a fine luglio”.
“Dalla Sicilia che già ha subito tagli su tagli di sportelli bancari e il pesante ridimensionamento del personale – aggiunge Raffa – non staremo ad osservare e quando chiamati alla protesta da parte di Lando Maria Sileoni faremo sentire la nostra voce anche sotto l’Eliseo e indossando gilet azzurri”.
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