«La logica del ‘ristoro’ è quella dello Stato che prima fa il lockdown e poi risarcisce per il mancato reddito. In questi termini si apre una prospettiva radicalmente diversa. Quando ci sarà – e probabilmente ci sarà – un nuovo e più vasto lockdown, applicando questa logica, il governo dovrà ristorare tutti e per tutti i mancati redditi».

Così Giulio Tremonti, ex ministro dell’Economia, intervistato da Agenzia Nova sull’ultimo DPCM emanato dal Governo Conte.

«Durante il primo lockdown e nei mesi successivi – ha aggiunto Tremonti – gli interventi di finanza pubblica sono stati molto ampi. In ogni caso la causale degli interventi era nella pandemia in sé e non negli errori di valutazione e di azione politica. Questi sono venuti dopo».

Ora, invece, dopo il decreto Ristori «il governo deve risarcire non solo un’impresa che ha perso fatturato ma anche un lavoratore che ha perso il posto. Le disparità di trattamento non potranno più essere ammesse. Le azioni giudiziarie per disparità di trattamento si moltiplicheranno all’infinito».

L’ex ministro, 73 anni, ha anche rimarcato un deficit del potere centrale da parte dello Stato. Per Tremonti, infatti, lo Stato avrebbe dovuto «applicare la Costituzione, art. 117, II comma, lettera Q che cataloga la profilassi internazionale come competenza statale esclusiva. Profilassi internazionale vuol dire confini, trasporti, edifici pubblici, luoghi pubblici, ordine pubblico e sanità, intesa quest’ultima come categoria oggettiva, non solo come soggettivo diritto alla salute». Corrispondenza di questo si trova«nel titolo XIV del Trattato dell’Unione Europea sulla competenza concorrente dell’Europa con gli Stati membri contro quelli che con forza suggestiva vengono chiamati ‘flagelli internazionali‘».

“Il governo dello Stato di eccezione – ha spiegato Tremonti – riguarda tutto e non solo la sanità, anche l’azione amministrativa. Esclude la prassi tradizionale delle gare e degli appalti. In Francia e in Germania l’intervento dello Stato ha avuto una voce sola ed autorevole, quella di Macron e Merkel, un lockdown, un interesse nazionale. Non è ipotizzabile che in Francia venga fuori un ‘caso De Luca’ che pretende di sostituirsi allo Stato, un ordine sparso delle autorità locali che assumono iniziative proprie. In Italia invece è l’esatto opposto. Un’anarchia che tra l’altro disorienta l’opinione pubblica».

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