Nella serata di ieri, mercoledì 21 maggio, a Washington D.C., due giovani dipendenti dell’ambasciata israeliana, Yaron Lischinsky e Sarah Milgrim, sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco davanti al Capital Jewish Museum.

L’aggressore, identificato come Elias Rodriguez, un trentenne originario di Chicago, è stato arrestato sul posto dopo aver gridato “Free Palestine” (Palestina libera) durante il fermo. L’episodio è stato definito da autorità israeliane e statunitensi come un atto di terrorismo antisemita.

La dinamica dell’attentato

Secondo il capo della polizia metropolitana di Washington, Pamela Smith, l’attacco è avvenuto poco dopo le 22:00, quando un gruppo di persone, tra cui le due vittime, stava uscendo da un evento organizzato dall’American Jewish Committee al Capital Jewish Museum, situato nell’isolato 500 di Third Street Northwest.

L’evento, un cocktail serale per giovani professionisti ebrei, mirava a promuovere l’unità e celebrare il patrimonio ebraico, con ospiti speciali legati agli aiuti umanitari in Medio Oriente, inclusa Gaza. Rodriguez, descritto come un uomo senza precedenti penali, è stato visto camminare nervosamente davanti al museo prima di estrarre una pistola semiautomatica e aprire il fuoco su un gruppo di quattro persone, colpendo mortalmente Lischinsky e Milgrim a distanza ravvicinata. Dopo la sparatoria, l’aggressore è entrato nel museo, dove è stato fermato dal personale di sicurezza. Durante l’arresto, Rodriguez ha urlato ripetutamente “Free, free Palestine” e ha indicato agli agenti il punto in cui aveva nascosto l’arma.

Le vittime: una coppia prossima al fidanzamento

Le vittime, Yaron Lischinsky, 28 anni, e Sarah Milgrim, una giovane ebrea americana, erano dipendenti dell’ambasciata israeliana e, secondo l’ambasciatore Yechiel Leiter, stavano pianificando il loro futuro insieme. Lischinsky, che lavorava nel dipartimento politico dell’ambasciata, aveva recentemente acquistato un anello con l’intenzione di fare la proposta di matrimonio a Milgrim la settimana successiva a Gerusalemme. “Erano una coppia bellissima, nel fiore degli anni”, ha dichiarato Leiter con voce rotta dall’emozione. L’ambasciata, in un post su X, ha espresso il proprio dolore: “Yaron e Sarah erano nostri amici e colleghi. L’intero personale dell’ambasciata è devastato dal loro assassinio. Non ci sono parole che possano esprimere la profondità del nostro orrore per questa perdita”.

Lischinsky, laureato in Relazioni internazionali all’Università ebraica e con un master in Governo, diplomazia e strategia, era noto per il suo impegno nel dialogo interreligioso e nella cooperazione regionale, come riportato sul suo profilo LinkedIn.

L’autore dell’attentato: chi è Elias Rodriguez

Elias Rodriguez, 30 anni, originario di Chicago, è stato identificato come il responsabile della sparatoria. Secondo quanto riportato dal quotidiano Libération, Rodriguez aveva partecipato nel 2017 a una protesta davanti alla casa dell’allora sindaco di Chicago, Rahm Emanuel, come membro del Partito per il Socialismo e la Liberazione. Tuttavia, le autorità hanno sottolineato che il sospettato non era noto ai servizi di intelligence né alle forze dell’ordine prima dell’attacco. Dopo aver aperto il fuoco, Rodriguez ha atteso l’arrivo della polizia per circa 10 minuti, consegnandosi agli agenti e dichiarando, secondo una testimone citata dalla CNN: “L’ho fatto io, l’ho fatto per Gaza. Liberate la Palestina!”

Le autorità stanno analizzando le comunicazioni e i profili social di Rodriguez, oltre a perquisire la sua abitazione a Chicago, per accertare eventuali legami con gruppi radicali. Squadre antiterrorismo sono state coinvolte nell’indagine, data la natura dell’attacco e le dichiarazioni dell’aggressore.

Reazioni internazionali: condanna unanime

L’attentato ha suscitato immediate reazioni da parte di leader politici e diplomatici. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha definito l’attacco “un orribile omicidio antisemita” frutto di una “selvaggia istigazione” contro Israele. In una nota, il suo ufficio ha riferito che Netanyahu ha ordinato un rafforzamento della sicurezza nelle missioni diplomatiche israeliane in tutto il mondo. Durante un colloquio con il procuratore generale degli Stati Uniti, Pam Bondi, Netanyahu ha ricevuto rassicurazioni sul coinvolgimento diretto del presidente Donald Trump nella gestione dell’incidente. Bondi ha dichiarato: “Gli Stati Uniti si impegneranno a portare l’assassino davanti alla giustizia”.

Trump, in un post su Truth, ha condannato fermamente l’attentato: “Questi orribili omicidi, basati ovviamente sull’antisemitismo, devono finire, ORA! Odio e radicalismo non hanno posto negli Stati Uniti. Condoglianze alle famiglie delle vittime”. Anche il segretario di Stato statunitense Marco Rubio ha espresso sdegno, definendo l’attacco “un atto sfacciato di violenza vile e antisemita” e promettendo che i responsabili saranno assicurati alla giustizia.

Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha espresso vicinanza a Israele, scrivendo su X: “Scene di terrore e violenza da condannare con forza. L’antisemitismo figlio dell’odio contro gli ebrei va fermato, gli orrori del passato non possono più tornare”.

Indagini in corso: terrorismo o crimine d’odio?

Le autorità stanno indagando per determinare il movente esatto dell’attacco. Sebbene le grida di “Free Palestine” e il riferimento a Gaza suggeriscano un possibile movente ideologico, il direttore dell’FBI, Kash Patel, ha precisato che al momento non risultano altre minacce attive. Le indagini coinvolgono diverse agenzie federali, tra cui il Dipartimento di Sicurezza Interna, con la segretaria Kristi Noem presente sulla scena insieme a Pam Bondi. La polizia metropolitana di Washington ha escluso un rischio immediato per la comunità.