Una violenta esplosione in un casolare ha causato la morte di tre carabinieri e il ferimento di altre 15 persone tra poliziotti, pompieri e civili.

Un’esplosione devastante ha squarciato la notte a Castel d’Azzano, in provincia di Verona, provocando la morte di tre militari dell’Arma dei Carabinieri e il ferimento di almeno 15 persone. Le vittime facevano parte di un’operazione congiunta di Polizia e Carabinieri per eseguire uno sgombero in un fondo agricolo abitato da tre fratelli. Il casolare è completamente crollato ed è stato avvolto dalle fiamme. Dietro l’esplosione, una scelta deliberata: saturare di gas l’abitazione e farla esplodere per impedire lo sgombero.

Una tragedia annunciata

L’operazione era stata pianificata da tempo. I tre fratelli, sulla sessantina, occupavano da anni la casa colonica e si opponevano violentemente allo sgombero, già tentato più volte. Ogni tentativo era fallito a causa delle minacce di far saltare tutto in aria. Per questo, considerata la pericolosità della situazione, erano stati coinvolti i Reparti Speciali dell’Arma e l’Unità Operativa di Primo Intervento (Uopi) della Polizia di Stato, supportati dai Vigili del Fuoco e da personale medico del 118.

L’esplosione alle 3.15 di notte

Secondo il vicesindaco di Castel d’Azzano, “Nel casolare abitavano tre fratelli. Sembra che avessero da tempo delle bombole depositate e abbiano fatto saturare il sottotetto per farlo esplodere. Il tutto è accaduto stanotte alle 3.15 circa”. I militari si sono avvicinati all’ingresso dell’abitazione. Alcuni si stavano calando dal tetto, mentre altri erano già all’uscio. Il forte odore di gas era percepibile. Pochi istanti dopo l’apertura della porta, una deflagrazione violentissima ha investito le forze dell’ordine.

Un gesto volontario per impedire lo sgombero

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha confermato la dinamica drammatica:
“Era un’operazione congiunta di Polizia. Al momento dell’accesso dell’appartamento i testimoni raccontano di aver sentito odore di gas e qualche istante dopo c’è stata l’esplosione. È possibile che qualcuno dall’interno abbia attivato una bombola di gas creando i presupposti per la deflagrazione. Un bilancio terribile, molto doloroso, drammatico”.

Il procuratore capo di Verona, Raffaele Tito, ha parlato di una “tragedia incredibile”, spiegando che l’obiettivo dell’operazione era eseguire un decreto di perquisizione. “Si cercavano anche delle bottiglie molotov. Carabinieri e Polizia hanno cercato di agire in massima sicurezza e con tutte le attrezzature necessarie. Ma l’esito è stato inaspettato e molto doloroso”.

Chi erano le vittime

Le tre vittime dell’esplosione appartenevano a reparti speciali dell’Arma. I loro nomi sono stati resi noti dal Ministro della Difesa, Guido Crosetto:

  • Luogotenente Carica Speciale Marco Piffari
  • Carabiniere Scelto Davide Bernardello
  • Brigadiere Capo Qualifica Speciale Valerio Daprà

I tre militari prestavano servizio rispettivamente a Padova e a Mestre. Secondo il sindacato SIM dei Carabinieri, erano “colleghi stimati, amati, che hanno onorato l’uniforme con umiltà, dedizione e altruismo fino all’estremo sacrificio”.

Feriti e soccorsi

Il bilancio dei feriti è pesante:

  • 11 carabinieri, trasportati in codice rosso in vari ospedali veronesi, fortunatamente non in pericolo di vita.
  • 3 agenti della Polizia di Stato, con lesioni lievi.
  • 1 vigile del fuoco, portato in ospedale per accertamenti.
  •  Una donna, tra i tre fratelli, è rimasta ferita nell’esplosione.

I feriti sono stati trasferiti nei nosocomi di Borgo Roma, Borgo Trento, Villafranca e Negrar. Le ferite riportate riguardano principalmente ustioni e traumi da crollo.

La dinamica: una trappola micidiale

Secondo le ricostruzioni, i tre fratelli si erano barricati nella casa colonica, preparando da giorni la trappola. Cinque bombole di gas sono state rinvenute in diverse stanze della casa, insieme ai resti di bottiglie molotov. Tutto indica che l’esplosione sia stata premeditata e accuratamente pianificata.

Le bombole erano state posizionate strategicamente per saturare di gas l’intero casolare. L’innesco è avvenuto al momento dell’apertura della porta, probabilmente attivato dalla donna ferita. I due fratelli si trovavano, secondo le ultime informazioni, in una cantina sotterranea, non nella stalla come ipotizzato inizialmente.

Fughe e arresti

Immediatamente dopo l’esplosione, mentre le fiamme avvolgevano l’edificio, uno dei fratelli ha tentato la fuga nei campi, facendo perdere le sue tracce. L’altro fratello è stato fermato dalle forze dell’ordine, così come la sorella, rimasta ferita e bloccata sul posto.

Le ricerche del terzo fratello sono ancora in corso nella zona circostante, mentre l’intera area è presidiata e sottoposta a messa in sicurezza da 25 unità dei vigili del fuoco, con l’ausilio di unità cinofile e squadre specializzate Usar.

FAQ

Chi sono le vittime dell’esplosione?
Tre carabinieri: Marco Piffari, Davide Bernardello e Valerio Daprà.

Perché è avvenuta l’esplosione?
Per impedire uno sgombero forzato, i tre fratelli hanno saturato di gas la casa e l’hanno fatta esplodere.

Quanti feriti ci sono stati?
15: 11 carabinieri, 3 poliziotti e 1 vigile del fuoco.

Cosa si cercava nel casolare?
Durante la perquisizione si cercavano anche bottiglie molotov.

Cosa resta del casolare?
È crollato completamente, distrutto dalla deflagrazione.

Foto: Quotidiano.net