Oltre lo stretto

Bonus 600 euro, l’INPS ha speso circa 2 miliardi (I DATI)

L’INPS ha messo in pagamento oltre 3,4 milioni di bonus da 600 euro per una spesa complessiva di circa 2 miliardi. La gran parte delle erogazioni è avvenuta nei giorni dal 14 al 23 aprile e la maggioranza dei pagamenti ha riguardato i lavoratori autonomi (69,5%) e i dipendenti a tempo determinato dell’agricoltura (15,4%), mentre una quota marginale ha interessato i lavoratori dello spettacolo (0,7%), la cui platea è molto inferiore alle altre.

Ciò è emerso da uno studio che ha inaugurato la collaborazione fra l’ente e la Banca d’Italia finalizzata a monitorare quotidianamente i pagamenti posti a carico dell’Inps in seguito all’emanazione del decreto Cura Italia.

Nel dettaglio, quasi due terzi dei beneficiari sono uomini. Le donne sono la metà delle partite Iva/co.co.co e dei lavoratori stagionali del turismo. I nati all’estero sono il 12,1% dei beneficiari complessivi e sono relativamente più concentrati tra gli stagionali del turismo e i dipendenti agricoli, dove ammontano rispettivamente al 22,3% e al 29,3% dei percettori.

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L’età media dei beneficiari è 46 anni (45,6 per le donne, 46,3 per gli uomini), con la coorte più numerosa rappresentata dal gruppo 45-54 anni (pari al 32,8%). Si rileva anche una presenza minoritaria di giovani con meno di 25 anni e di anziani ultrasessantacinquenni (rispettivamente 3,0% e 2,2%). I giovani sono relativamente più presenti tra gli addetti al turismo, i più anziani tra gli autonomi. La composizione per genere risulta simile tra i nati in Italia e i nati all’estero.

Le regioni maggiormente interessate dal flusso dei pagamenti sono state la Lombardia, la Puglia e la Sicilia, che hanno ricevuto quasi un terzo dei sussidi, seguite dall’Emilia Romagna, dal Veneto e dalla Campania. Le donne sono particolarmente rappresentate tra i beneficiari in Calabria e relativamente meno presenti in Sicilia.

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PInfine, si stima che il bonus ammonti a circa un terzo del reddito mensile netto per gli autonomi, a circa la metà per gli stagionali del turismo e ai due terzi per i lavoratori temporanei dell’agricoltura, mentre non è stato possibile ottenere una stima per le partite Iva.

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