Il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha dichiarato ieri, domenica 3 maggio, che ci sarebbero «prove enormi» che la pandemia di coronavirus abbia avuto origine in un laboratorio a Wuhan.

«Ci sono prove enormi che è lì che è iniziata l’epidemia. Abbiamo detto fin dall’inizio che si trattava di un virus originato a Wuhan, in Cina», ha detto Pompeo all’emittente ABC, aggiungendo che «la Cina ha una storia di infezioni nel mondo e ha una storia di gestione scadenti di laboratorio».

Gli esperti ritengono che il virus abbia cominciato a diffondersi già a febbraio negli Stati Uniti prima di costringere le varie aree del Paese a emettere direttive di quarantena per milioni di americani. Al momento, tra l’altro, risultano oltre 1 milione di casi positivi al Covid-19 e 68mila morti.

Il presidente Donald Trump critica ormai spesso il ruolo della Cina nella pandemia che ha portato a qusi 3,5 milioni di contagi e oltre 240mila vittime e insiste sul fatto che Pechino abbia nascosto incautamente delle informazioni importanti sull’epidemia, ritenendo il governo cinese «responsabile».

Secondo quanto riportato sul Daily Mail, Trump ha incaricato le ‘spie’ statunintensi di scoprire di più sulle origini del virus, incolpando dapprima il mercato di animali selvatici di Wuhan (come i pipistrelli) ma ora si pensa che provenga da un laboratorio di ricerca nelle vicinanze.

La scorsa settimana, inoltre, Trump ha affermato di avere visto le prove che il coronavirus è nato nel laboratorio di virologia di Wuhan e ha avvertito che potrebbe imporre tariffe cinesi da 1 miliardo di dollari come ‘punizione’. Il laboratorio in questione si trova vicino a un mercato che è stato identificato come il probabile epicentro dell’epidemia avvenuta alla fine dell’anno scorso.

Tuttavia, il presidente degli USA non ha (ancora) divulgato le prove e, rispondendo a un giornalista su di esse, ha detto: «Non posso dirtelo, non è mi permesso dirtelo».

Pompeo ha affermato che i primi tentativi cinesi di minimizzare il coronavirus equivalgono al «classico sforzo di disinformazione comunista. Ciò ha creato un rischio enorme. La Cina si è comportata come fanno i regimi autoritari, ha tentato di nascondere e confondere. Ha impiegato l’Organizzazione Mondiale della Sanità come strumento per raggiungere il suo obiettivo di depistaggio».

Pompeo ha ricordato che la minaccia della pandemia in corso, aggiungendo: «Il Partito comunista cinese continua a bloccare l’accesso al mondo occidentale, ai migliori scienziati del mondo, per capire esattamente cosa sia successo». Tuttavia, Pompeo non ammette che il virus sia stato rilasciato in maniera intenzionale, quindi non confermando né smentendo l’ipotesi che abbia avuto origine per un errore umano.

Sull’argomento, Gianni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Iss, ad Agorà su Raitre, ha detto: «Il virus è uscito fuori per errore da un laboratorio di Wuhan dove si stavano facendo degli esperimenti? Prove non ce ne sono, noi sappiamo che questo virus è molto simile a un coronavirus dei pipistrelli per cui pensiamo che l’ipotesi più accreditata sia quella di un salto di specie. Se un giorno porteranno delle prove verranno valutate. Per ora, al di là delle indiscrezioni, non c’è un’evidenza scientifica su cui basarsi».

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