La pandemia di coronavirus ha cambiato la nostra quotidianità in ogni suo ambito: lavoro, interazioni sociali… Non possiamo andare al cinema né dal barbiere o dal parrucchiere perché in questi (e tanti altri casi) è impossibile rispettare il distanziamento sociale. Tuttavia, ciò non è possibile con il cibo: sia che sia acquistato al supermercato sia ordinato tramite un servizio di consegna, a un certo punto potrebbe essere stato preparato o gestito da qualcuno contagiato dal Covid-19.
La domanda, quindi, sorge spontanea: l’infezione può avvenire tramite consumo di cibo ‘con’ il coronavirus?
Ora, mentre gli scienziati stanno ancora studiando le modalità di trasmissione del virus, i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie statunitensi (CDC) sostengono che non ci sono prove secondo cui l’infezione si diffonda tramite il cibo, osservando che ciò avviene principalmente tramite le goccioline respiratorie (droplet).
Il CDC, quindi, raccomanda di lavarsi le mani prima e dopo avere maneggiato gli alimenti e gli imballagi e di disinfettare le superfici. «In generale, a causa della scarsa sopravvivenza dei coronavirus sulle superfici, c’è probabilmente un rischio molto basso di diffusione tramite i prodotti alimentari o gli imballaggi che vengono spediti per un periodo di giorni o settimane a temperatura ambiente, refrigerata o congelata», affermano gli esperti.
Il dr. Stephen Berger, il co-fondatore di GIDEON, il Global Infectious Diseases and Epidemiology Network, ha affermato al Los Angeles Times che la domanda ha senso:«Dopotutto, i prodotti alimentari sono oggetti che possono essere contaminati dal virus e messi in bocca ma come molti altri virus, batteri e parassiti, questi vengono ingeriti e molto probabilmente distrutti dagli acidi dello stomaco. Il virus potrebbe sopravvivere nell’intestino ma non esiste un percorso che lo porti ai polmoni».
Quale temperatura potrebbe uccidere il virus?
Gli alimenti cucinati tra i 56 °C e i 65 °C uccidono il virus SARS, strettamente correlato al COVID-19, ha spiegato Berger. La maggior parte dei cibi viene cotta a quella temperatura o al di sopra. Il CDC raccomanda: «Dovresti sempre maneggiare e preparare gli alimenti in modo sicuro, compreso mantenere la carne cruda separata dagli altri alimenti, refrigerare i cibi deperibili e cuocere la carne alla giusta temperatura per uccidere i germi dannosi».
Cosa succede negli alimenti non cotti?
Gli alimenti a temperatura ambiente come le insalate o o sandwich potrebbero potenzialmente ospitare il virus.
Il virus è più virulento dei batteri negli alimenti?
Il dr. Berger ha spiegato che molte specie di batteri sono resistenti al calore e possono moltiplicarsi negli alimenti a differenza dei virus.
Ora, nonostante la diffusione improbabile del contagio attraverso il cibo, si raccomanda a chi lavora a stretto contatto con gli alimenti di lavarsi frequentemente le mani, di pulire le superfici e gli utensili, di cuocere i cibi alle giuste temperature e di restare a casa in presenza di sintomi. Insomma, non è che non sia possibile che il coronavirus possa stare negli alimenti ma, al momento, non c’è alcuna evidenza scientifica che possa trasmettersi tramite essi.
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