• Variante inglese del coronavirus presto predominante in Italia.
  • Sale l’RT nazionale: ora è a 0,95.
  • Scende il numero dei posti occupati nelle terapie intensive.

Circa un caso positivo su cinque in Italia è collegato alla variante inglese del coronavirus. Il dato emerge dall’indagine condotta dalle Regioni che hanno inviato al Ministero della Salute e all’Istituto Superiore di Sanità (ISS) i risultati dei test realizzati dal 3 e il 4 febbraio, come indicato in una circolare della scorsa settimana.

La variante inglese del virus Sars-Cov-2, fa sapere il Ministero della Salute, è probabilmente destinata a diventare quella prevalente nei prossimi mesi.

Altra notizia non buona: è salito a 0,95 l’RT nazionale, la scorsa settimana è stato dello 0,84, come emerso dal monitoraggio ISS e Ministero della Salute.

Inoltre, l’Umbria e la Provincia Autonoma di Bolzano hanno un livello di rischio alto. Sono 10, poi, rispetto alle 11 della settimana precedente, le Regioni con una classificazione di rischio moderato (di cui 5 ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e 9 con rischio basso.

E ancora: 7 Regioni hanno un RT puntuale maggiore di 1, anche nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2, in aumento rispetto alla settimana precedente. Le altre Regioni  hanno un Rt puntuale compatibile con uno scenario tipo 1.

La notizia buona proviene dalle terapie intensive: diminuisce da 7 a 5, infatti, il numero di Regioni eProvince autonome che hanno un tasso di occupazione delle terapie intensive e dei reparti sopra la soglia critica. Nelle terapie intensiva il valore nazionale è sotto la soglia critica del 30%, a quota 24%. Il numero delle persone ricoverate nelle terapie intensive scende da da 2.214 (2/2/2021) a 2.143 (9/2/2021). Anche nelle aree mediche è in diminuzione, passando da 20.317 (2/2/20201) a 19.512 (9/2/2021).

Qualche altro dato: nella settimana di monitoraggio del Covid in Italia, in base alla bozza ISS – Ministero Salute, soltanto Sardegna e Valle d’Aosta hanno un’incidenza settimanale sotto i 50 casi per 100.000 abitanti (soglia oltre la quale il servizio sanitario ha mostrato i primi segni di criticità); l’incidenza supera, invece, la soglia di 250 casi per 100.000 abitanti in tre casi: Provincia Autonoma di Bolzano (770,12 per 100.000 abitanti), Provincia Autonoma di Trento (254,85 per 100.000 abitanti) e Umbria (283,28 per 100.000 abitanti). L’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 giorni resta stazionaria: 269,79 per 100.000 abitanti (25/1-07/2) contro 273,01 precedente.

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