Un test di autodiagnosi per il Covid-19 che dà un risultato positivo sotto l’acqua del rubinetto. Foto e video circolano sui social media da alcuni giorni.
Nei filmati condivisi di recente, un uomo effettua il test con la striscia reattiva direttamente sotto l’acqua, dando esito positivo. Ripete l’operazione per una seconda volta, questa volta applicando soltanto cinque gocce al test, e l’esito non cambia. Ciò ha scatenato, di conseguenza, molti commenti di utenti che hanno messo in dubbio l’affidabilità dei test, parlando apertamente di “truffa“.
Ebbene, Abbott, l’azienda che si occupa della produzione dei test protagonisti delle foto e dei video, ha ricordato a 20minutes.fr che sono necessari, per la sua riuscita, “campioni raccolti con un tampone nasale inserito nelle narici”, denunciando al contempo la “diffusione di informazioni false”. L’ipotesi di Abbott: “Altri liquidi hanno proprietà chimiche che possono far reagire la striscia reattiva, portando a risultati fuorvianti o imprecisi”.
Perché i test sono risultati positivi con l’acqua del rubinetto?
Ora, per comprendere il fenomeno, bisogna prima ricordare come funzionano questi test: utilizzano gli anticorpi, uno dei quali viene ‘colorato’ e posizionato in modo che possa migrare sull’intera membrana del test. Altri due sono fissati a livello delle linee di controllo e di prova. Quando, dopo aver prelevato un campione dal naso, l’utente mette il tampone nel contenitore di plastica che contiene il liquido, deposita in esso le proteine, se è stato infettato dal Covid-19.
A cosa serve questo liquido in cui va immerso il tampone? “Contiene quantità significative di detersivo e sale, che dissociano le particelle virali, in modo che ciascuna delle proteine venga solubilizzata”, ha ricordato Etienne Joly, ricercatore presso l’Istituto di Farmacologia e Biologia Strutturale di Tolosa.
Quindi, in condizioni d’uso normali, chi esegue il test versa alcune gocce di questo detergente sulla striscia reattiva. Poi, le proteine virali solubilizzate si combinano con l’anticorpo colorato e scorrono sulla striscia reattiva come acqua su una carta assorbente. Incontrano, pertanto, gli altri anticorpi e questo fa apparire le due ormai famose linee.
Perché queste linee appaiono, restituendo un falso negativo, quando l’acqua del rubinetto viene versata su un test?
Perché quest’acqua contiene un numero molto elevato di particelle virali? No, secondo il ricercatore: “È molto improbabile”. L’ipotesi più gettonata, è invece, l’uso improprio di questi test e l’assenza del detersivo: “Questi test si basano sulla solubilizzazione di particelle virali in un dispositivo contenente detersivo”, ha ricordato lo scienziato. “Se si utilizza l’acqua del rubinetto, il campione applicato non contiene detersivo e l’anticorpo coniugato al reagente colorato tende a legarsi in modo non specifico alla striscia reattiva”.
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