La sindrome respiratoria acuta grave (SARS, CoV-2 e COVID-19) sembra avere un decorso clinico peggiore tra gli uomini infetti rispetto alle donne, evidenziando così per il genere maschile una prognosi grave.

L’andrologo Andrea Militello ha spiegato, in una nota stampa, che «gli androgeni, in particolare il testosterone (T), potrebbero essere coinvolti nella diversa evoluzione della malattia nell’uomo. Dobbiamo dire che la funzione testicolare negli uomini in condizioni critiche è in realtà sconosciuta, anche perché la concentrazione sierica di testosterone non viene misurata abitualmente nella pratica clinica, ancor più in queste situazioni»

Come può il testosterone influenzare la progressione di COVID-19 negli uomini?

«Il testosterone regola l’espressione dell’enzima 2 di conversione dell’angiotensina, facilitando l’internalizzazione della SARS-CoV-2 nella cellula, una sorta di pass partout – ha spiegato l’esperto che lavora a Roma, Milano e San Marino – Al contrario però, bassi livelli sierici di T possono predisporre alla disfunzione endoteliale, alla trombosi e alla risposta immunitaria difettosa, portando sia alla clearance virale compromessa che all’infiammazione sistemica. L’obesità, una delle principali cause di prognosi grave nei pazienti infetti, è strettamente associata al basso testosterone, e può predisporre a gravi conseguenze respiratorie e generali. In ogni caso quindi il testosterone sembra non giocare un ruolo sfavorevole».

«Il testosterone quindi, rispetto agli estrogeni può predisporre gli uomini a una diffusa infezione da COVID-19. Bassi livelli sierici di T, come in soggetti gravemente malati, possono predisporre gli uomini, in particolare gli uomini anziani, a prognosi sfavorevole o di morte», ha concluso il dr. Militello.

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