Era il 19 maggio 2019 quando la 20enne Deborah Sciacquatori uccise il padre Lorenzo, 42 anni, con una coltellata, dopo un’ennesima lite in famiglia. Il dramma avvenne a Monterotondo Scalo, vicino Roma. Un anno dopo il GIP di Tivoli ha stabilito che allora si trattò di legittima difesa e ha archiviato l’indagine.
La tragedia accadde nel corso di una collutazione dopo che l’uomo, ubriaco, si era scagliato contro la ragazza, la madre e la nonna. Il giudice, concordando con l’impostazione della Procura guidata da Francesco Menditto, ha ritenuto quindi applicabile la causa di giustificazione della legittima difesa.
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Nella notta della Procura di Tivoli si legge: «Non vi è dubbio alcuno, dunque, sulla base dell’inequivoca costruzione dei fatti, che la ragazza si sia trovata di fronte a un pericolo imminente e attuale per la sua vita, per quella della madre e della nonna. Un pericolo derivante dall’escalation violenta della vittima, iniziata all’interno dell’appartamento e proseguita dopo aver interrotto la fuga delle donne e averle affrontate e aggredite».
Gli inquirenti hanno ricostruito che «la ragazza, terrorizzata per le aggressioni e sui danni e a quella di parenti, comprensibilmente e istintivamente ha prelevato il pugnale, di certo non immaginando di usarlo o tentando piuttosto di scappare di casa. Solo successivamente, cioè nel momento in cui vede in pericolo imminente la vita della madre di se stessa compie il gesto solo per minacciare. Siamo, quindi, in presenza si una difesa proporzionata all’offesa».
Nel sangue dell’uomo (un ex pugile), tra l’altro, fu accertata la presenza di cocaina e un tasso alcolemico di 3,11 grammi per litro.
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