La Russia ha accusato gli Stati Uniti dell’attacco di droni al Cremlino, ma Washington e l’Ucraina negano qualsiasi coinvolgimento.

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha definito le negazioni di Kiev e Washington ridicole, sottolineando che le decisioni sugli attacchi vengono prese negli Stati Uniti. Nonostante le accuse, Mosca assicura che le misure di sicurezza saranno rafforzate, in vista delle celebrazioni del 9 maggio per festeggiare la vittoria sul nazismo durante la seconda guerra mondiale.

Non si è fatta attendere la replica di John Kirby, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, che ha definito “ridicole” le accuse mosse da Mosca.

Inoltre, l’alto rappresentante dell’Unione Europea per la Politica estera Josep Borrell ha esortato le autorità russe a non utilizzare l’attacco con droni contro il Cremlino per giustificare un’escalation dell’aggressione contro il paese vicino: “Ho ascoltato il presidente Zelensky e ha detto molto chiaramente che gli ucraini non sono coinvolti in questi attacchi e che difendono il loro Paese combattendo solo sul loro territorio”.

Poi, su quanto accaduto, si è espresso anche Mao Ning, portavoce del ministero degli Esteri cinese: “Tutte le parti dovrebbero evitare azioni che possano portare a un’ulteriore escalation della situazione”, sottolineando che a posizione di Pechino sulla “crisi ucraina” non è mai cambiata ma è “coerente e chiara”.

Infine, Antonio Tajani, ministro degli Esteri, ha dichiarato che “non sappiamo quale sia la causa dell’attacco con droni effettuato al Cremlino ma è necessario continuare a lavorare per una pace in Ucraina, che sia “giusta” e portare avanti altre attività: “Una zona franca attorno alla centrale di Zaporizhzhia, portare avanti i corridoi verdi per inviare grano e cerali in Africa, due questioni su cui è giusto trovare un accordo per arrivare a un’intesa di pace”.