- La Francia ha autorizzato l’uso di un nuovo farmaco contro il Covid-19.
- Si tratta del bamlanivimab,a base di anticorpi monoclonali.
In Francia è stato autorizzato un nuovo farmaco anti Covid-19, a base di anticorpi monoclonali che ha lo scopo di evitare il ricovero e il passaggio in terapia intensiva a chi viene contagiato dal coronavirus con sintomi potenzialmente gravi. Il suo nome è Bamlanivimab.
Giovedì scorso, 25 febbraio, il ministro della Salute Olivier Véran, durante una conferenza stampa, ha affermato: «L’Agenzia nazionale per la sicurezza dei medicinali ha concesso quella che viene chiamata un’autorizzazione temporanea per l’uso di anticorpi monoclonali. Decine di migliaia di dosi sono state ordinate e dovrebbero arrivare in Francia a metà marzo».
L’ex presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump ha ricevuto lo stesso trattamento lo scorso novembre, quando è risultato positivo al coronavirus e poi guarito nel giro di pochi giorni.
La Francia ha scelto di collaborare con il laboratorio americano Eli Lilly ma ci sono altri gruppi che producono lo stesso trattamento, come l’americano Regeneron o il sudcoerano Celltrion.
Qualunque sia il nome, come spiegato su Ouest-France.fr, questi trattamenti si basano sulla stessa tecnica terapeutica, l’immunoterapia. Tra l’altro, l’uso di anticorpi sintetici è già usato nel trattamento di alcuni tumori e malattie infiammatorie croniche, come il morbo di Chron.
In estrema sintesi, il sistema immunitario produce gli anticorpi che rilevano e neutralizzanole sostanze estranee come i virus o i batteri, attaccandosi all’antigene presente sulla superficie di questa sostanza estranea. Un anticorpo monoclonale prodotto in laboratorio compie la stessa azione. Si tratta, infatti, di un tipo di proteina che è stato progettato per legarsi a un stuttura specifica, chiamata, per l’appunto, antigene. La proteina si lega a quella spike del SARS-CoV-2, il virus che causa il Covid-19. E quando questo legame avviene, la capacità del virus di penetrare nelle cellule del corpo si riduce.
Questo trattamento riduce il rischio di essere ricoverati in ospedale del 70%. Tuttavia, come riportato su SaluteLab, questo trattamento non è consigliato a tutti e in ogni situazione. Ad esempio, non deve essere utilizzato in pazienti che hanno già sviluppato una forma grave della malattia. L’obiettivo è, invece, limitare i rischi della forma grave, in particolare nelle persone a rischio. Dovrebbe, quindi, essere utilizzato nei pazienti a rischio che attualmente soffrono soltanto di forme sintomatiche piuttosto lievi.
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