• Il prof. Massimo Galli è intervenuto ad Agorà su Raitre e ha fatto il punto della situazione.
  • L’infettivologo dell’ospedale Sacco ha detto che sono inevitabili le nuove restrizioni.
  • L’esperto ha criticato l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto quando si è soli.

Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco e dell’università Statale di Milano, intervenuto ad Agorà, su Raitre, ha affermato: «È evidente che non si è capito cosa stiamo andando a rischiare: stiamo andando a rischiare una situazione paragonabile per certi aspetti a quella di marzo. Vogliamo questo? Vogliamo non lasciarci alle spalle quella esperienza? Vogliamo vanificare i lunghi giorni di lockdown e tutti i sacrifici connessi per andare ad ondeggiare in un locale che con quelle caratteristiche andrebbe chiuso questa sera stessa?».

Parole di risposta a un servizio che ha documentato un episodio di movida a Milano.

IL PROF. GALLI SULLE NUOVE RESTRIZIONI

L’esperto ha anche aggiunto che le nuove restrizioni contro la diffusione del Covid-19 «sono assolutamente inevitabili. E mi auguro che non siano tardive, perché quello che è successo in Francia e in Spagna è sotto i nostri occhi e quello che» questi Paesi «dovranno fare di conseguenza è abbastanza deducibile. Non vorrei in nessun modo che si arrivasse a questo punto».

Tuttavia, per Galli, l’idea del Governo di obbligare di indossare la mascherina all’aperto in ogni caso, anche da soli, ha poco senso: «Quando si è all’aperto, la mascherina bisogna averla sempre a disposizione e indossarla quando ci si avvicina ad altre persone. Bisogna che anche le regole abbiano una logica».

“CI VUOLE UN’AUTORITÀ CENTRALE”

Poi, un attacco: «Siamo in un Paese in cui i conflitti di competenza dati dalla regionalizzazione della sanità sono tali e tanti da creare contraddizioni spaventose e una sostanziale ingestibilità di determinati problemi. Se non si rafforza un’autorità centrale che possa dare delle disposizioni precise, non si va da nessuna parte se non a sbattere».

Per Galli, infine, «bisognerebbe che ci si facesse finalmente una ragione» del fatto che nella lotta a Covid-19 non si tratta di «dittatura dei virologi o sanitaria. È la prima grande pandemia con cui ci si trova ad avere a che fare in un mondo globalizzato e qualcuno dovrebbe cominciare a capirlo. Con il virus non si può fare una trattativa, né politica né sindacale. La nostra normalità italiana, con il sistema sanitario e le leggi e i regolamenti che attualmente abbiamo in atto ci mette in gravissima difficoltà».

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