A proposito del ‘giallo’ dell’attacco a Belgorod, in Russia, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rifiutato di commentare se abbia ordinato o meno l’operazione militare sul deposito di carburante con due elicotteri.
In un’intervista rilasciata all’emittente statunitense Fox News, Zelensky ha detto di non volere discutere sugli ordini che emette come comandante in capo. In precedenza, il segretario del Consiglio di sicurezza nazionale di Kiev aveva negato le accuse di Mosca secondo cui due elicotteri da combattimento ucraini avrebbero colpito la struttura al confine con l’Ucraina. Insomma, Zelensky non ha confermato né (soprattutto) smentito se ci sia lo ‘zampino’ ucraino nell’attacco in suolo russo.
Anche il Ministero della Difesa britannico, nel suo report quotidiano sulla guerra in Ucraina, ha attestato che “un incendio ha distrutto diversi serbatoi di petrolio in un deposito nella città russa di Belgorod, vicino al confine ucraino”, senza, però, attribuire la paternità alle forze armate ucraine.
Il Ministero ha anche parlato di esplosioni in un deposito di munizioni nella stessa città, che erano state filmate il giorno prima e le cui immagini erano state diffuse sui social media, senza che finora fossero state confermate ufficialmente.
Il ministero della Difesa britannico ha rilevato, proposito di entrambi gli eventi, che “la probabile perdita di approvvigionamenti di carburante e munizioni da questi depositi aggiungerà ulteriore pressione a breve termine alle già tese catene di approvvigionamento della Russia. Il rifornimento delle forze russe che circondano Kharkhiv potrebbe essere particolarmente colpito”.
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