L’ambasciatrice degli Stati Uniti d’America per la giustizia penale globale, Beth Van Schaack, ha dichiarato ieri, mercoledì 27 aprile, in una riunione delle Nazioni Unite (ONU) che gli USA hanno prove chiare che la Russia ha giustiziato gli ucraini che si sono arresi nella regione di Donetsk. Queste esecuzioni, quindi, si andrebbero ad aggiungere a una già lunga lista di crimini di guerra commessi dalle truppe del Cremlino, tra cui attacchi contro civili, rapimenti, torture e stupri.

L’ambasciatrice ha affermato: “Ora abbiamo informazioni credibili che un’unità militare russa operante nelle vicinanze di Donetsk ha giustiziato ucraini che stavano tentando di arrendersi, piuttosto che prenderli in custodi. Se corrette, ciò costituirebbe una violazione di un principio fondamentale del diritto internazionale: il divieto di esecuzione sommaria di civili e soldati che sono fuori combattimento a causa di resa, feriti o altri tipi di incapacità”.

Gli Stati Uniti d’America hanno già definito “genocidio” le azioni russe in Ucraina e imposto varie e dure sanzioni all’economia russa nel tentativo di ostacolare l’invasione cominciata il 24 febbraio scorso. Inoltre, Washington ha già fornito tanti aiuti militari a Kiev. L’ambasciatrice ha aggiunto: “Il nostro semplice messaggio alla leadership militare e politica russa e alla base è questo: il mondo sta guardando e voi sarete ritenuti responsabili”.

In due mesi il conflitto ha già determinato la fuga di cinque milioni di ucraini dal loro Paese e altri milioni di sfollati si strovano all’interno. La Russia, però, smentisce i crimini di guerra e sostiene ancora che l’invasione è “un’operazione militare speciale” con l’obiettivo di denazificare l’Ucraina e liberare il Donbass.

Infine, il presidente russo Vladimir Putin ha avvertito ll’Occidente che qualsiasi Paesi che interferisca nella crisi ucraina e ponga “pericoli strategici per la Russia” riceverà una risposta “fulminea” con armi “mai viste prima”.

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