Un nuovo tipo di protesta contro la guerra è apparsa a San Pietroburgo, in Russia, contro l’invasione dell’Ucraina voluta da Vladimir Putin e per chiedere la pace.

Minuscole figure in giro per la città per protestare contro la guerra

Ignoti manifestanti hanno cominciato a lasciare minuscole figure di plastilina, carta, filo metallico e altri materiali in giro per la città. Pupazzi antropomorfi o che riproducono animali, alcuni appena abbozzati. Hanno la bandiera della Ucraina, il simbolo del pacifismo o slogan contro la guerra. Un modo per aggirare la repressione del governo russo nei confronti di chi protesta contro quello che il regime putiniano vieta persino di definire “guerra”.

 

Moltissimi arresti, sospese le pubblicazioni della Novaya Gazeta

Sono tantissime le persone arrestate in tutta la Russia per le loro idee contro l’intervento in Ucraina, mentre proprio in questi giorni ha sospeso le pubblicazioni la Novaya Gazeta, a causa della minaccia di ritorsioni del governo per il modo in cui il giornale indipendente stava raccontando l’andamento della “operazione speciale”, come la chiama il regime.

La protesta sta prendendo piede anche in altre città russe

La forma di protesta di San Pietroburgo ricorda quella messa in atto da due coniugi tedeschi che dopo aver perso il figlio nell’invasione della Francia all’inizio della seconda guerra mondiale, cominciarono a spargere per Berlino biglietti anonimi contro il nazismo e Hitler; una storia raccontata nel film del 2016 “Lettere da Berlino”.
Impossibile, quindi, almeno per il momento, per la polizia russa reprimere questa nuova forma di espressione del dissenso, anonima, ma che sta prendendo piede, per emulazione, anche nelle altre città russe.

La repressione del dissenso

Le foto delle figurine sono raccolte e pubblicate sul profilo Instagram Malenkiy piket, che in russo significa “piccola protesta”. E ha già attirato l’attenzione anche a livello internazionale, dove le notizie sulle proteste dei cittadini russi contro Putin e la sua guerra di oppressione faticano sempre più a arrivare proprio per la repressione messa in atto nei confronti delle voci di opposizione e del dissenso.

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