È stato domato l’incendio che è scoppiato in una foresta che si trova intorno a Chernobyl, in Ucraina, dove il 26 aprile 1986 avvenne il disastro nucleare. Yegor Firsov, capo del servizi di ispezione ambentale umano, in un post sui social media ha scritto: «Ci sono cattive notizie, le radiazioni sono al di sopra della norma», ovvero 16 volte superiori alla norma.

Per spegnere l’incendio sono stati mobilitati due aerei, un elicottero e un centinaio di vigili del fuoco. Inoltre, sono state riversate 50 tonnellate di acqua per spegnere le fiamme e già nella mattina di domenica, come riportato dalle autorità, «non c’erano più fuochi, ma solo alcuni focolai fumanti» e le radiazioni erano tornate «entro limiti normali». Sabato, però, l’incremento delle radiazioni aveva causato difficoltà alle operazioni, seppur le persone nelle vicinanze sono state dichiarate fuori pericolo.

L’incendio, presumibilmente doloso (la polizia ha reso noto l’arresto di un uomo di 27 anni accusato di avere appiccato le fiamme), è scoppiato sabato mattina, 4 aprile, e ha bruciato più di 20 ettari di terreno forestale situato intorno a una centrale elettrica in disuso, a circa 100 chilometri a nord di Kiev. A proposito delle radiazioni, è stato comunicato che quelle nella capitale dell’Ucraina sono nella norma.

Era il 1986 quando il rettore numero quattro esplose, liberando grandi quantità di materiale radioattivo nell’atmosfera, determinando l’evacuazione di migliaia di persone. Le radiazioni sono ancora presenti nella zona di esclusione di 2.600 chilometri quadrati attorno alla centrale, spenta solo 10 anni dopo l’incidente a seguito delle pressioni internazionali e del crollo dell’URSS.