Una festa di street food a Monserrato si trasforma in dramma: quattro persone, tra cui un bambino di 11 anni, lottano per la vita. Sospetto botulino nei tacos.

Una serata di festa e sapori etnici si è trasformata in un incubo per quattro persone a Monserrato, nella Città Metropolitana di Cagliari, colpite da una grave intossicazione alimentare dopo aver consumato cibo in un chiosco di street food. Tra le vittime, un bambino di 11 anni in condizioni gravissime, trasferito d’urgenza al Policlinico Gemelli di Roma, e una ragazza di 14 anni in rianimazione. Le autorità sanitarie e i Carabinieri del Nas indagano per accertare le cause, con il sospetto che la tossina responsabile sia il pericoloso botulino, presente nei tacos e guacamole consumati durante l’evento pubblico.

Una festa sconvolta da un dramma

Sabato sera, la piazza di Monserrato si è animata con la “Fiesta Latina”, una manifestazione di street food che ha attirato residenti e visitatori con stand di cibi etnici. Tra le specialità offerte, tacos e guacamole hanno conquistato molti partecipanti. Tuttavia, poche ore dopo il consumo, quattro persone, senza legami di parentela, hanno iniziato ad accusare sintomi gravi: nausea, difficoltà respiratorie e paralisi muscolare progressiva, segnali tipici di un’intossicazione da botulino. La serata di festa si è trasformata in una corsa contro il tempo verso gli ospedali di Cagliari e Roma.

Le condizioni dei pazienti

Le vittime dell’intossicazione sono quattro: un bambino di 11 anni, una ragazza di 14 anni, una donna di 62 anni e un uomo di mezza età. Il più giovane, dopo un primo ricovero d’urgenza all’ospedale Brotzu di Cagliari, è stato trasferito in elicottero al Policlinico Gemelli di Roma, dove versa in condizioni gravissime, intubato e sotto stretta osservazione medica. La ragazza di 14 anni e la donna di 62 anni si trovano nel reparto di rianimazione del Policlinico Duilio Casula di Monserrato, mentre l’uomo è ricoverato al Brotzu. Nessuno dei pazienti, secondo le fonti, è attualmente in pericolo di vita imminente, ma il quadro clinico rimane critico, soprattutto per il bambino.

Il sospetto del botulino

Le prime indagini puntano il dito sul botulino, una neurotossina prodotta dal batterio Clostridium botulinum, noto per essere uno dei veleni più potenti al mondo. La tossina può svilupparsi in alimenti mal conservati o preparati in condizioni non igieniche, come conserve, salse o cibi sottovuoto con basso grado di acidità. Nel caso di Monserrato, i pazienti avrebbero consumato tacos e guacamole presso un chiosco della manifestazione. I sintomi riportati – nausea, vomito, visione doppia e difficoltà respiratorie – sono coerenti con il botulismo alimentare, una patologia rara ma potenzialmente fatale se non trattata tempestivamente con siero antitossina.

Il botulismo alimentare è una patologia rara ma estremamente pericolosa, con un tasso di mortalità che può raggiungere il 5-10% nei casi non trattati. La tossina, inodore e insapore, si sviluppa in ambienti anaerobici, come conserve o salse preparate senza adeguate precauzioni. Gli esperti raccomandano di cuocere gli alimenti a temperature superiori a 70°C per almeno 10 minuti e di evitare il consumo di cibi con confezioni rigonfie o odori anomali. Nel contesto di eventi pubblici come fiere e festival, la sicurezza alimentare richiede controlli rigorosi su conservazione e preparazione, soprattutto per alimenti freschi come il guacamole.

Le indagini dei Carabinieri del Nas

I Carabinieri del Nas di Cagliari hanno avviato un’indagine approfondita per identificare l’origine dell’intossicazione. Gli investigatori stanno analizzando campioni di cibo prelevati dal chiosco incriminato, con particolare attenzione al guacamole e agli ingredienti utilizzati per i tacos. L’Asl locale, in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione, ha attivato le procedure di allerta per tossinfezione alimentare, mentre il Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione (Sian) sta conducendo accertamenti per verificare eventuali violazioni delle norme igienico-sanitarie. L’obiettivo è stabilire se la contaminazione sia avvenuta durante la preparazione, la conservazione o la distribuzione degli alimenti.

La risposta della autorità sanitarie

Le autorità sanitarie regionali hanno agito rapidamente per gestire l’emergenza. Gli ospedali Brotzu, Duilio Casula e il Policlinico Gemelli hanno messo in campo equipe specializzate per trattare i pazienti, utilizzando ventilazione meccanica e monitorando costantemente i parametri vitali. Il trasferimento del bambino di 11 anni a Roma è stato deciso per garantirgli cure avanzate in un centro di riferimento nazionale. Nel frattempo, il Ministero della Salute ha ribadito l’importanza di segnalare immediatamente sintomi sospetti, come nausea o difficoltà respiratorie, dopo il consumo di alimenti a rischio, portando con sé eventuali residui di cibo per le analisi.