Jovanotti ha partecipato di recente alla riunione Ieo per le donne, organizzato dall’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, che si è svolta al teatro Manzoni del capoluogo lombardo.
L’artista ha raccontato quanto successo a sua figlia 20enne: «Qualche anno fa Teresa ha scoperto di avere un nodulo al seno e allora ho fatto una telefonata all’Ieo. Mi hanno passato Paolo Veronesi. Allo Ieo ho trovato degli amici. Poi per fortuna il nodulo si è dimostrato non preoccupante: un fibroadenoma. Si dice così, no? Ormai conosco anche questi termini».
La testimonianza prosegue così: «Siamo andati da un infettivologo, che le ha fatto fare un esame e mi ha detto di essere un po’ preoccupato e consigliato di farla vedere ‘meglio’. Quindi ho richiamato Paolo. Nel frattempo ci eravamo sentiti per gli auguri di Natale, lui era venuto a un concerto. Ed è cominciata un’avventura che è continuata l’estate scorsa con mesi difficili».
«Solo oggi, che Teresa per fortuna sta bene e la malattia è scomparsa e ha ripreso la sua scuola – ha continuato il cantante – comincio a rendermi conto in maniera un po’ più razionale di tutto quello che è successo, degli incontri che ho fatto, delle scoperte che ho fatto rispetto alle persone vicine a me, alle mie due ragazze, mia moglie e Teresa, che hanno affrontato questo viaggio con una forza che mi ha sorpreso. Io credevo di essere quello forte del gruppo e invece ero quello che aveva le gambe che cedevano».
«Quello che io ho imparato da padre, è che queste cose si affrontano, oggi con strumenti molto più avanzati, evoluti, complessi, un giorno alla volta, con un obiettivo davanti, pensando al futuro, ma con coraggio, con speranza e con fiducia. Queste sono le parole fondamentali. Ma ne aggiungerei una, forse un po’ più astratta ma necessaria, con l’amore», ha detto Jovanotti.
Il Covid-19 ha, paradossalmente, aiutato la famiglia dell’artista «perché ci ha facilitato l’isolamento. Io sono ad esempio riuscito a tenere a bada tutti i parenti. Perché tutti i parenti proiettavano su Teresa la loro preoccupazione».
Infine, il messaggio per tutti i presenti al Teatro Manzoni: «So che cosa state passando, che questa è un’avventura per la quale l’obiettivo è uscirne più forti, dal punto di vista interiore e anche dal punto di vista fisico. Certo, siamo più vulnerabili. Ma la vulnerabilità non ci rende deboli, ci rende più umani, più consapevoli e quindi anche più forti».
Dopo la testimonianza Jovanotti ha anche cantato alcuni tra i suoi brani più famosi, accompagnandosi con la chitarra.
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