Ieri, giovedì 7 maggio, è stato firmato il protocollo di sicurezza tra la CEI e il Governo Conte per la riapertura delle Chiese e, quindi, per la celebrazioni delle Messe da lunedì 18 maggio.

Tuttavia, il virologo Fabrizio Pregliasco, a Radio Capital, ha affermato: «La riapertura delle chiese è molto desiderata. Dal punto di vista del rischio di avere assembramenti, però, questo li aumenta, ogni rubinetto di apertura crea problematiche. Spero e credo che venga attuato nel miglior modo possibile, è una questione soprattutto di responsabilità e di autoconvincimento che non è ancora finita, che non siamo fuori dal rischio. Io avrei aspettato ancora un po’».

E ancora: «Il rischio è più elevato per gli anziani, quindi è necessario che ci siano misure stringenti, eventualmente anche, e qui servirà un impegno da parte dei parroci, moltiplicare le occasioni di incontro, dare maggiori occasioni di essere presenti al rito, per garantire il massimo distanziamento. L’organizzazione e la responsabilizzazione saranno elementi determinanti. Magari si potrebbero prevedere prenotazioni online, come stiamo immaginando per le attività sanitarie e altri ambiti. Bisogna migliorare l’efficienza e la sicurezza di questi momenti di raccoglimento».

Sull’argomento è intervenuto anche Massimo Galli, primario di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, ad Agorà, su Raitre: «Non mi tirate sempre in mezzo con questa storia delle messe… io dico che ho il massimo rispetto e sono molto contento se si riuscirà, nelle regole del distanziamento, a poter celebrare tutti i riti di tutte le religioni anche in ambito pubblico. Ma il punto è che soprattutto gli anziani, che sono importanti frequentatori dei luoghi di culto, devono stare ben attenti e quindi se restano a casa ancora un po’, non e’ una cattiva idea».