È stato firmato questa mattina, a Palazzo Chigi, il Protocollo che permetterà la ripresa delle celebrazioni religiose con il popolo. Il Protocollo – firmato dal Presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e dal Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese – entrerà in vigore da lunedì 18 maggio 2020.

“Il testo giunge a conclusione di un percorso – sottolinea la Cei – che ha visto la collaborazione tra la Conferenza Episcopale Italiana, il Presidente del Consiglio, il Ministro dell’Interno – nello specifico delle articolazioni, il Prefetto del Dipartimento per le Liberta’ civili e l’Immigrazione, Michele di Bari, e il Capo di Gabinetto, Alessandro Goracci – e il Comitato Tecnico-Scientifico”.

Nel rispetto della normativa sanitaria disposta per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da
SARS-CoV-2, il Protocollo indica alcune misure da ottemperare con cura, concernenti l’accesso ai luoghi di culto in occasione di celebrazioni liturgiche; l’igienizzazione dei luoghi e degli oggetti; le attenzioni da osservare nelle celebrazioni liturgiche e nei sacramenti; la comunicazione da predisporre per i fedeli, nonche’ alcuni suggerimenti generali.

“Nel predisporre il testo si e’ puntato a tenere unite le esigenze di tutela della salute pubblica con indicazioni
accessibili e fruibili da ogni comunità ecclesiale”, riferisce la Conferenza Episcopale Italiana.

IL 28 aprile scorso, poche ore dopo l’annuncio di Giuseppe Conte in TV sul nuovo DPCM sulla fase due, la Comunità Episcopale Italia (CEI) aveva inviato una dura nota contro la sospensione delle messe: “I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale”.

Durante la sua omelia della messa mattutina a Santa Marta, erano arrivate le parole di Papa Francesco, che sono sembrate proprio indirizzate ai vescovi: “In questo tempo nel quale si incomincia ad avere disposizione per uscire dalla quarantena preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e obbedienza alle disposizioni perché la pandemia non torni”.

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