Clamorosa gaffe dell’ex iena, Dino Giarrusso, del Movimento 5 Stelle. Durante una seduta della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, il pentastellato avrebbe dovuto intervenire in difesa del Prosecco, ma non è andata come si aspettava. È stato costretto a interrompere il suo intervento perché non riusciva a parlare in inglese.

La figuraccia in Europa

Il siciliano originario di Catania protagonista di questa figuraccia internazionale: “Non posso accendere la telecamera perché ho l’iPhone” dice. E quindi, secondo le regole, non ha diritto all’interprete.

Prima prova a farlo («I try it, i’m not perfect in english») e poi si interrompe e continua in italiano: “No, io non riesco a fare l’intervento in inglese perché l’ho scritto in italiano e non riesco a tradurlo. Non mi è stato detto che dovevo farlo in inglese”. L’intervento, senza traduzione, viene quindi interrotto.

 

L’affondo di Giletti

“Italian sounding”

L’annuncio della registrazione della menzione tradizionale “Prošek” fatto dalla Commissione Ue è la punta dell’iceberg dell’attacco in atto nei confronti del Prosecco che è il vino italiano più copiato nel mondo, dove le esportazioni hanno superato il miliardo di euro con un aumento del 35% nei primi sei mesi del 2021. E’ quanto afferma la Coldiretti, che denuncia il fenomeno di “Italian sounding”.

Negli scaffali dei supermercati la Coldiretti ha smascherato il Meer-secco, il Kressecco, il Semisecco, il Consecco e il Perisecco tedeschi, ma in commercio sono arrivati anche il Whitesecco austriaco, il Prosecco russo e il Crisecco della Moldova, mentre in Brasile nella zona del Rio Grande diversi produttori rivendicano il diritto di continuare a usare la denominazione prosecco nell’ambito dell’accordo tra Unione Europea e Paesi del Mercosur.

La decisione della Commissione Europea è quindi un precedente pericoloso che rischia anche di indebolire la stessa Ue nei rapporti internazionali e sui negoziati per gli accordi di scambio dove occorre tutelare le denominazione dai falsi. Il Prosek croato, ricorda la Coldiretti, è un vino dolce da dessert proveniente dalla zona meridionale della Dalmazia per il quale Zagabria chiede di registrare una “menzione tradizionale” dopo che il tentativo di proteggere la denominazione già fallito nel 2013.

Intanto l’Italia perde la prima battaglia con il “Prisecco“. Via libera dal Tribunale di Milano al prodotto che non lede il nome del nostro vino, non essendo “né diffuso né commercializzato in Italia”.

Articoli correlati