Dal primo agosto i pedaggi autostradali in Italia potrebbero aumentare, scatenando polemiche tra maggioranza, opposizione e consumatori. Ecco cosa sta succedendo e perché.
Un emendamento al decreto Infrastrutture, presentato dai relatori di maggioranza alla Camera, prevede un aumento dei pedaggi autostradali a partire dal 1° agosto 2025.
La misura, se approvata, garantirà ad Anas circa 90 milioni di euro annui per coprire il fabbisogno crescente della società, derivante dalla gestione di una rete stradale ampliata e dall’aumento dei costi operativi. La proposta, avanzata da deputati di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega, ha però acceso un dibattito politico infuocato, con reazioni contrastanti sia all’interno della maggioranza che tra le opposizioni e i consumatori.
Le ragioni dell’aumento
Secondo la relazione tecnica allegata all’emendamento, l’incremento dei pedaggi autostradali è necessario per finanziare le attività di Anas, che si trova a gestire una rete stradale in espansione. In particolare, la società deve far fronte al conferimento delle cosiddette “strade di rientro” dalle Regioni Veneto e Piemonte, oltre all’aumento dei costi per l’illuminazione pubblica e altre spese operative non coperte dall’attuale Contratto di Programma 2021-2025. La relazione quantifica il fabbisogno in 90 milioni di euro all’anno, pari agli introiti attesi dall’adeguamento del canone autostradale. Il documento sottolinea che la norma non comporta oneri per lo Stato, ma si basa esclusivamente sugli incassi derivanti dai pedaggi.
Tensioni nella maggioranza
Nonostante l’emendamento sia stato firmato da rappresentanti di tutte le forze di maggioranza, emergono crepe nel fronte governativo. Il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha chiesto il ritiro della proposta, definendola inopportuna. Fonti interne a Fratelli d’Italia riportano un “certo disappunto” per la misura, pur avendo dato il via libera alla sua presentazione.
Le critiche dell’opposizione
Le opposizioni non hanno tardato a esprimere la loro contrarietà. Riccardo Ricciardi, capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, ha accusato il governo Meloni di voler finanziare “folli investimenti bellici” a scapito dei cittadini, sottolineando come l’aumento dei pedaggi sia un ulteriore colpo alle tasche degli italiani. “È ovvio che i folli investimenti bellici avranno un costo devastante sul piano sociale,” ha dichiarato Ricciardi, collegando la misura alle scelte di bilancio del governo.
Anche il Partito Democratico, attraverso il presidente dei senatori Francesco Boccia, ha promesso battaglia contro l’emendamento. “Ci opporremo con tutte le nostre forze,” ha affermato Boccia, evidenziando l’impatto dell’aumento sulle imprese che dipendono dal trasporto su strada e sulle famiglie in procinto di partire per le vacanze estive. “Questo è il bel regalo per le vacanze che Giorgia Meloni e il suo governo fanno agli italiani,” ha aggiunto con tono sarcastico.
La reazione dei consumatori e di Italia Viva
L’annuncio dell’aumento ha suscitato l’indignazione dei consumatori, con il Codacons che ha definito la misura una “stangata da 90 milioni di euro” per gli automobilisti italiani. Le proteste si concentrano sull’impatto economico in un periodo già critico per molte famiglie, con le vacanze estive alle porte.
Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha utilizzato il suo account X per esprimere il suo dissenso con toni duri: “La maggioranza annuncia l’aumento dei pedaggi autostradali. I consumatori giustamente si indignano. E allora Fratelli d’Italia adesso esprime ‘disappunto’ per la scelta della maggioranza. Questi aumentano le tasse e poi fanno finta di essere tristi per l’aumento delle tasse. Che imbarazzo, governo assurdo!”.
Cosa succederà ora?
L’emendamento è ancora al vaglio della Camera, dove le commissioni Lavori Pubblici e Trasporti stanno esaminando il decreto Infrastrutture. La richiesta di ritiro avanzata da Matteo Salvini potrebbe portare a una revisione della proposta, ma il destino della misura rimane incerto.
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