- In Svizzera un ristorante è stato chiuso con i blocchi di cemento.
- Il ristoratore si è rifiutato di controllare i certificati Covid-19 ai clienti.
- L’attività è continuata nonostante le barriere.
In Svizzera pugno pesante della polizia contro i gestori di un ristorante di Zermatt, il Walliserkanne: è stato chiuso con i blocchi di cemento. Il motivo? Il titolare ha annunciato che non avrebbe controllato il green pass dei clienti. Patrik Aufdenblatten ha, infatti, dichiarato alla stampa locale: “Il certificato è illegale a mio parere”.
I media locali raccontano che il commerciante del Canton Vallese si rifiuta da settimane di controllare i certificati Covid-19 dei clienti. Di conseguenza, la polizia vallesana ha disposto la chiusura: “Venerdì mattina Mathias Reynard, capo del dipartimento della salute, e Frédéric Favre, capo del dipartimento della sicurezza, hanno deciso di chiudere questo stabilimento per ovvi motivi di sicurezza sanitaria”.
Aufdenblatten non è stato l’unico ristoratore svizzero ad opporsi: è stato fermato insieme ad altri due dalla polizia. I tre esercenti – una coppia e il figlio – sono poi stati rilasciati per ordine di un tribunale, secondo quanto riferito dai media locali. Nella decisione, la corte ha riconosciuto che esistono forti sospetti che gli imputati abbiano commesso numerose violazioni di legge, affermando però di ritenete eccessiva la misura della carcerazione.
Nonostante i blocchi di cemento (“solo un modo per rendere più visibile la condizione di chiusura d’ufficio del locale”, ha fatto sapere la polizia), il ristorante ha proseguito l’attività, improvvisando un bar sui blocchi: “Rntrate, il Walliserkanne è aperto. Non lasciatevi scoraggiare da poche pietre!”, queste le parole usate dal titolare per convincere i passanti ad entrare. Le autorità svizzere hanno successivamente revocato a tempo indeterminato la licenza di esercizio del locale.
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