Sale ancora la tensione dopo le dichiarazioni del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov sulla possibilità che il conflitto in Ucraina possa degenerare nella “terza guerra mondiale“.

Il governo britannico di Boris Johnson, infatti, ritiene “interamente legittimo” l’uso da parte ucraina di armi fornite dal Regno Unito per prendere di mira obiettivi all’interno del territorio della Russia. Lo ha precisato il viceministro della Difesa, James Heappey, in un’intervista alla BBC. Inoltre, Londra invierà i carri armati Challenger 2 alla Polonia per rimpiazzare i carri T-72, destinati all’Ucraina.

La reazione non si è fatta attendere. Il Ministero della Difesa di Mosca, citato dalla TASS, ha affermato che “l’esercito è pronto a condurre raid di rappresaglia se la Russia verrà attaccata con armi occidentali”. Sarebbero “raid proporzionati contro i centri decisionali a Kiev, dove si trovano i consiglieri occidentali”, alla luce dei “tentativi di Londra di spingere le autorità ucraine” a colpire la Russia.

Poi, per quanto concerne il possibile allargamento del conflitto alla Moldavia, Vadim Krasnoselsky, presidente dell’autoproclamata repubblica filorussa della Transnistria, ha affermato che “le tracce degli attacchi terroristici in Transnistria portano all’Ucraina”. Citato da Interfax, Krasnoselsky ha spiegato che si tratta dei “primi risultati delle attività operative e investigative urgenti. Credo che coloro che hanno organizzato questi attacchi cerchino di trascinare la Transnistria nel conflitto”.

Intanto, continuano i bombardamenti russi: un ponte stradale e ferroviario sulla foce del fiume Dnestr, a ovest di Odessa, nel sud ovest dell’Ucraina, è stato fatto esplodere. Stando a quanto scritto dalla CNN, pare che ad aver pesantemente danneggiato il ponte sia stato un missile.

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