E’ partita da una segnalazione dell’intelligence spagnola l’indagine della procura di Napoli che ha portato al fermo, con l’accusa di terrorismo, del richiedente asilo gambiano Alagie Touray avvenuta venerdì scorso ma della quale si apprende solo oggi.
Le autorità di Madrid avevano scoperto su Telegram il video del giuramento di fedeltà al califfo girato dal giovane. Touray è stato catturato nel giorno della preghiera islamica, all’uscita della moschea di Licola, in provincia di Napoli.
Dal suo telefonino aveva cancellato il video, che però è stato recuperato dagli esperti informatici. “Giuro di prestare fedeltà al Califfo dei musulmani Abu Bakr Al Quaraishi Al Baghdadi, nei momenti difficili e facili, nel mese di Rajab giorno 2 e Allah è testimone di quello che dico”. Questa la formula del giuramento pronunciata da Alagie Touray.
L’inchiesta è coordinata dal procuratore di Napoli Giovanni Melillo, con l’aggiunto Rosa Volte e il pm Gianfranco Scarfò del pool antiterrorismo.
L’immigrato del Gambia avrebbe ammesso di aver ricevuto la richiesta di lanciarsi con un’auto sulla folla. L’uomo era sbarcato a Messina con altri 638 migranti, 209 dei quali venivano dal Gambia ed erano partiti dalla Libia. il 22 marzo 2017. Da un anno risiedeva a Pozzuoli (Napoli).
Il migrante gambiano, però, sostiene che non intendeva dar corso alla richiesta – giuntagli attraverso il social network Telegram anche se, su una chat, chiedeva ai confratelli islamici di pregare per lui. “Sono in missione”, scriveva.
Il fermo è avvenuto venerdì scorso, 20 aprile. Il 24 il gip ha convalidato il fermo ed emesso a suo carico una ordinanza di custodia cautelare con l’accusa di partecipazione a una associazione terroristica denominata ‘Islamic State’ o ‘Daesh’.
I dettagli dell’operazione sono stati illustrati in una conferenza stampa cui hanno preso parte tra gli altri il procuratore di Napoli Giovanni Melillo, il capo della polizia Franco Gabrielli, il questore di Napoli Antonio De Iesu, il comandante del Ros Pasquale Angelosanto. Alagie Touray era titolare di un foglio di soggiorno provvisorio, in attesa che venisse esaminata la sua richiesta di asilo politico.
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