È stato condannato all’ergastolo l’ex terrorista del Nar (Nucleo Armati Rivoluzionari) Gilberto Cavallini in merito al processo sulla strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980. La sentenza è stata letta dalla Corte di Assise dopo sei ore e mezza di camera di consiglio.
Al momento della lettura della sentenza l’imputato, in semilibertà nel carcere di Terni, non era presente in aula mentre in mattinata aveva reso delle dichiarazioni spontanee. La sentenza della Corte presieduta da Michele Leoni è, quindi, arrivata a 40 anni dallo scoppio della bomba che causò la morte di 85 persone e oltre 200 feriti. Il dibattimento in aula è durato quasi due anni.
Oltre all’ergastolo, Cavallini è stato condannato a risarcire i danni, da liquidare nella competente sede civile. Poi, sono diventate subito esecutive le seguenti provvisionali: 100mila euro per ogni persona che nella Strage di Bologna ha perso un parente di primo grado o il coniuge; 50mila per chi ha perso un parente di secondo grado o un affine di primo o secondo grado; 30mila per chi ha perso un parente o un affine di grado ulteriore; 15mila per ogni ferito; 10mila per chi ha un parente ferito.
L’avvocato di Cavallini, Alessandro Pellegrini, ha affermato: «Questi sono processi da vedere nell’ottica dei tre gradi di giudizio. Ci sarà l’appello, la Cassazione, siamo solo all’inizio, anche se è grottesco dirlo a 40 anni distanza dal fatto, ma siamo costretti a dirlo. È una sentenza che delude, ma non mi stupisce. Io e l’avvocato Gabriele Bordoni faremo appello, non molliamo di un millimetro, nel modo più assoluto».
Anna Pizzirana, vicepresidente dell’associazione dei famiiari delle vittime della strage ha commentato: «La sentenza non cancella gli 85 morti e i 200 feriti, ma rende giustizia a noi familiari delle vittime che abbiamo sempre avuto la costanza di insistere su questi processi». Replicando poi alla difesa di Cavallini, che aveva definito ‘inuano’ condannare una persona dopo 40 anni, la Pizzirana ha detto: «No, non è inumano perché hanno condannato anche quelli della Shoah dopo 70 anni, non vedo perché debba essere inumano. È una giustizia che viene fatta ai familiari delle vittime, per la nostra perseveranza. E, se le carte processuali lette, rilette esaminate da questa Corte hanno stabilito così è una sentenza corretta».
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