Un tragico incidente sul lavoro scuote Veternigo: due giovani operai perdono la vita in una cisterna. Le indagini puntano su possibili esalazioni tossiche.
Oggi, lunedì 4 agosto, a Veternigo, nel comune di Santa Maria di Sala (Venezia), un tragico incidente sul lavoro che ha spezzato la vita di due giovani operai, di 23 e 30 anni. I due lavoratori, dipendenti di una ditta specializzata in manutenzione ambientale, erano impegnati nella pulizia di una fossa biologica in una villa privata in via Desman quando, per cause ancora in corso di accertamento, sono caduti in una cisterna per la raccolta di residui biologici. Nonostante l’intervento tempestivo dei soccorsi, per loro non c’è stato nulla da fare.
L’allarme e l’intervento dei soccorsi
L’allarme è scattato intorno alle 10:00 di lunedì mattina, quando i residenti della zona hanno segnalato l’emergenza. Sul posto sono accorsi i sanitari del Suem 118, i vigili del fuoco, i carabinieri e gli ispettori dello Spisal (Servizio per la Prevenzione e la Sicurezza negli Ambienti di Lavoro). I vigili del fuoco, supportati da una squadra del nucleo Nbcr (Nucleare, Biologico, Chimico, Radiologico), hanno impiegato circa un’ora per recuperare i corpi dei due operai dalla cisterna. I tentativi di rianimazione da parte del personale medico sono stati vani: i due giovani sono stati dichiarati deceduti sul posto.
L’ipotesi: esalazioni tossiche
Le cause esatte dell’incidente restano ancora da chiarire, ma le prime ricostruzioni suggeriscono che i due operai possano essere stati sopraffatti da esalazioni tossiche presenti nella fossa biologica. Infatti, secondo il sindaco di Santa Maria di Sala, Alessandro Arpi, il dramma sarebbe collegato a “esalazioni tossiche” che avrebbero provocato la perdita di coscienza o un malore, causando la caduta nella cisterna. Tuttavia, questa ipotesi è ancora al vaglio degli inquirenti, che stanno verificando se le procedure di sicurezza siano state adeguatamente rispettate dalla ditta incaricata.
Un quadro preoccupante
Questo incidente si inserisce in un contesto drammatico per la sicurezza sul lavoro in Italia. Secondo i dati Inail, nei primi cinque mesi del 2025 le denunce di infortuni mortali sono aumentate del 4,6%, con 386 vittime registrate. Nel 2024, il settore delle costruzioni ha contato 182 infortuni mortali, pari al 20,5% del totale degli 886 decessi sul lavoro. Antonio Di Bella, presidente nazionale di Anmil, ha denunciato: «Da venerdì ad oggi, otto gravi incidenti sul lavoro da nord a sud dell’Italia. Un bilancio agghiacciante: tre morti, dieci feriti gravi, cantieri sotto sequestro». Di Bella ha chiesto con forza «più prevenzione, più controlli efficaci, più formazione mirata» per fermare questa “strage silenziosa”.
Le parole delle autorità
Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha espresso il suo cordoglio: «Un’altra tragedia sul lavoro che lascia sgomento e dolore. A nome mio e della Giunta regionale esprimo un sentito cordoglio alle famiglie dei due operai morti questa mattina a Santa Maria di Sala. Due lavoratori impegnati nel proprio lavoro hanno perso la vita in circostanze che devono essere chiarite fino in fondo». Zaia ha poi aggiunto: «Morire sul lavoro è inaccettabile. È necessario accertare con rapidità se siano state rispettate tutte le condizioni di sicurezza, se gli operatori erano adeguatamente formati, se l’intervento era stato pianificato e controllato con la dovuta attenzione».
«Ringrazio per il loro intervento i Vigili del Fuoco ed il SUEM 118, che hanno agito in condizioni difficili cercando di portare aiuto ai due lavoratori, per i quali purtroppo non vi è stato nulla da fare – ha concluso Zaia – Attendiamo ora i risultati degli accertamenti. Serve rigore, formazione e consapevolezza a tutti i livelli dei rischi di certi interventi, specie in ambienti confinati come fosse e cisterne, perché non possiamo continuare a contare morti sul lavoro».






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