C’è stata oggi, alle 12 ora locale, una potente esplosione a Energodar, nella regione di Zaporizhzhia, dove si trova la centrale nucleare più grande d’Europa.

Il sindaco Dmytro Orlovo ha comunicato: “Alle 12,20 di oggi i residenti di Energodar hanno riferito che una potente esplosione si è sentita in città. Subito dopo la corrente elettrica e l’acqua sono state interrotte contemporaneamente”. Al momento, però, non si sa altro.

Secondo il Ministero della Difesa di Mosca, citato da Interfax, nell’ormai classico rimpallo di responsabilità, l’esercito ucraino ha sparato nell’area, usando l’artiglieria per 15 volte nelle ultime 24 ore su Energodar. Inoltre, tre proiettili sarebbero caduti sul terreno dell’impianto, uno dei quali è esploso vicino ai serbatoi di stoccaggio dell’acqua vicino al secondo reattore. Comunque, “la radioattività sul sito della centrale nucleare rientra nella norma”, precisando che “funziona per soddisfare il fabbisogno di elettricità”.

Dal punto di vista ucraino, secondo il direttore generale della società che gestisce la centrale nucleare occupata dalla Russia, le probabilità di una catastrofe sono in aumento. Su una scala da uno a dieci, il livello di pericolo è “tra sette e otto ma è ottimista e tutto può succedere”, ha affermato Petro Kotin, presidente di Energoatom, società statale.

Infine, si è appreso che un’autobomba è esplosa questo pomeriggio a Berdyansk, sempre nella regione di Zaporizhzhia: ferito gravemente il comandante russo nella città “occupata”. Lo ha reso noto il consiglio comunale locale su Telegram, affermando che l’uomo, Artem Bardin, è stato ricoverato in gravi condizioni. Lo scoppio ha investito altre tre auto parcheggiate nelle vicinanze, senza provocare ulteriori feriti.

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