Il virologo Fabrizio Pregliasco è intervenuto al Caffé della Versiliana di Marina di Pietrasanta intervistato da Massimiliano Lenzi.

«Quando utilizziamo un farmaco – ha detto l’esperto – siamo disposti ad accettare il rischio-beneficio perché abbiamo immediata contezza del risultato. La vaccinazione invece la facciamo a freddo, mentre stiamo bene. E non sappiamo se questo vaccino ci servirà, perché non sapremo mai se il virus ci è venuto incontro e ne abbiamo avuto bisogno. Il vaccino non ci dà soddisfazione e non ne vediamo l’utilità».

Pregliasco ha poi elogiato l’ex presidente degli Stati Uniti d’America: «Trump ha finanziato la ricerca in modo fondamentale ed ha fatto vincere la battaglia della vaccinazione. La velocità di questa applicazione è stata resa possibile grazie all’industrializzazione della metodica».

«Gli studi sui vaccini sono stati fatti più velocemente, ma non in fretta – ha spiegato Pregliasco – La tempistica è stata molto accorciata per l’emergenza coronavirus rispetto a tutte le altre fasi di ricerca di vaccino, però non riguardo alla quantità di persone. 44mila è stata la casistica che è stata presentata per il vaccino Pfizer ed è la stessa casistica che abbiamo presentato per altri vaccini».

La vera differenza rispetto al passato è stata «sulla velocità di reclutamento perché trovare soggetti che vogliono mettersi a disposizione per uno studio non è facile. In questa fase è stato determinante lo sforzo mondiale e la voglia di mettersi a disposizione da parte delle persone».

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