Nel loro momento più difficile, i libri celebrano i passati fasti dei giornali. Così per “L’ora”, l’antico quotidiano palermitano fondato dai Florio nel lontano 1900.
Su “L’ora” sono stati pubblicati di recente più libri, tutti interessanti. Tra di essi, però, quello di maggior rilievo è “Accadeva in Sicilia – Gli anni ruggenti dell’’Ora’ di Palermo” di Vittorio Nisticò, edito da Sellerio.
Si tratta in realtà di una riedizione (la terza) di un saggio importante per chi ama il giornalismo anche perché scritto da Vittorio Nisticò (la prima edizione risale al 2001, Nisticò è scomparso nel 2009), lo storico direttore di questa testata nei suoi “anni ruggenti”: dal ’54 al 75.
“Accadeva in Sicilia – Gli anni ruggenti dell’’Ora’ di Palermo” è, da un canto, un libro di memorie di Vittorio Nisticò, dall’altro, un’illustrazione storica e politica della Sicilia di quel ventennio.
I due aspetti nel saggio s’intrecciano: Nisticò, per quanto schivo, non può non parlare di sé e soprattutto del suo giornale ma, nello stesso tempo, ripercorrendo le tappe del quotidiano non può non offrire una panoramica dell’evoluzione (in certi momenti involuzione) della Sicilia.
Nisticò, calabrese di nascita e romano d’adozione, fu mandato, dagli editori romani legati al Pci, a dirigere “L’ora” nell’agosto del 1954, quando lavorava nella redazione di “Paese sera”. In poco tempo, pur con mezzi modesti, il quotidiano palermitano – che, come è noto, usciva il pomeriggio – risorse e visse i suoi anni migliori.
Nisticò seppe dargli un’impronta precisa: ne fece un giornale d’inchiesta che denunciò e contrastò la mafia sanguinaria di quegli anni e, nello stesso tempo, un foglio aperto alle più vive intelligenze (Sciascia, Danilo Dolce, Guttuso, Michele Perriera, Consolo, Vittorio Fagone solo per citare qualche nome).
Nella lotta alla mafia il giornale pagò un conto salato: l’attentato alla sua sede nell’ottobre del ’58, l’uccisione dei suoi cronisti Cosimo Cristina nel maggio del ’60 e Giovanni Spampinato nell’ottobre del ’70, il rapimento di Mauro De Mauro nel settembre del ’70.
“L’ora” di Vittorio Nisticò – come è messo in rilievo nel saggio – fu un giornale abbastanza autonomo sebbene finanziato da editori legati al Pci. Nisticò seppe affermare l’indipendenza del giornale sottraendolo a ogni ingerenza. Ne dà testimonianza Sciascia, che comunista non era e che all’accusa mossagli da un giornalista dell’”Avanti”, così rispose: “L’”0ra” sarà magari un giornale comunista ma è certo che mi dà da esprimere quello che penso con una libertà che difficilmente troverei in altri giornali italiani”.
Un altro tratto distintivo del lavoro di Nisticò – che tanto contribuì a lanciare il giornale al punto di costringere il “Giornale di Sicilia” a rinnovarsi in un clima di sana concorrenza – fu l’avere cementato tra i suoi collaboratori un non comune spirito di squadra. Tra di essi non vanno dimenticati, accanto ai cronisti, i fotografi che ebbero un ruolo non secondario: una su tutti Letizia Battaglia.
Come si è detto, il saggio va letto anche perché traccia un quadro storico- politico della Sicilia in un periodo – anni Cinquanta, Sessanta, prima metà degli anni Settanta – cruciale per l’isola. Si passa dalle speranze riposte nell’autonomia speciale, all’esperienza del milazzismo – che il quotidiano guardò con favore -, alle delusioni nei confronti di una classe politica che non riuscì ad affrancarsi dall’influenza di quella nazionale.
“L’ora” fu inoltre una scuola di giornalismo. Non a caso tra i “biondini” del giornale di Nisticò, tantissimi hanno fatto strada e oggi sono affermatissimi e in giro per l’Italia e per l’Europa. Tra loro Marcello Sorgi, figlio di Nino Sorgi – il legale del giornale – che firma la prefazione del saggio.
Il saggio consta di due volumi: nel primo Nisticò racconta la storia del suo giornale, nel secondo, oltre a un’interessante sua conversazione, vi sono tantissimi suoi editoriali.
Da evidenziare il ricco corredo fotografico e le puntuali schede che segnalano, per ciascuno degli anni della direzione di Nisticò, gli articoli, i servizi e le iniziative più importanti.
Commenta con Facebook