La giunta comunale di Palermo, retta da Roberto Lagalla, cambia l’assessore alle politiche sociali. Lo fa dopo oltre un mese di periodo di transizione. Tanto è passato da quando la notizia è trapelata dopo che al sindaco è stata recapitata una lettera di Forza Italia che aveva scelto per il turn over.

Ma non è un passaggio indolore quello che avviene e, sia pure senza toni esacerbarti, l’ex assessore Rosi Pennino, ormai ex perché nella giornata di ieri c’è stato, diciamo così, il passaggio di consegne,  ha scelto di tirare un bilancio dei quasi tre anni di attività ospite di Talk Sicilia. Una chiacchierata nella quale parla anche del suo futuro politico lasciando intravedere la possibilità che non sia fra i ranghi di Forza Italia.

Rosi Pennino e il bilancio di quasi tre anni

“Sono stati quasi tre anni di un percorso bellissimo, avvincente, entusiasmante, ma di grande, grandissimo sacrificio. Sacrificio soprattutto per la prima parte. Fatto di un grande lavoro di ricostruzione e di un grande lavoro di programmazione. È una macchina complessa,quella delle attività socio sanitarie, una macchina fatta prettamente di fondi extra comunali che richiedono una grande programmazione, una grande armonia per razionalizzare le risorse stesse è una grande capacità di ridefinire quelle risorse all’interno di tasselli di servizi che restituiscano quel ruolo di prossimità alle attività sociosanitarie che consentano a chi ha bisogno di trovare una risposta”.

Al mio arrivo c’era lo “zero assoluto”

“Lo stato dell’arte al momento del mio insediamento era di un assessorato con 40 milioni di avanzo vincolato. ovvero 40 milioni di risorse congelate, non spese e inutilizzate. Un bilancio che vedeva le risorse del piano di zona ferme al 2014. C’era un impoverimento della presenza del personale del servizio sociale importante e una disarmonia tra i servizi presenti all’interno del territorio. C’era, insomma, lo zero assoluto rispetto ad alcune politiche attive”.

“Nel trarre il mio bilancio non posso evitare di segnalare che la situazione ereditata vedeva criticità enormi all’interno delle politiche che riguardano la disabilità e da questo abbiamo cominciato. Prima abbiamo rimesso insieme il piccolo gioioso esercito del personale quindi, a solo sei mesi dall’insediamento, abbiamo portato alla stabilizzazione 54 assistenti sociali per tutto il distretto sociosanitario. Ricordo che Palermo è il Comune capofila di altri otto comuni con i quali armonizzare risorse”.

“In soli solo sei mesi, ed è una delle cose di cui vado molto orgogliosa non solo da assessore ma da genitore, abbiamo azzerato le liste di attesa dei disabili che attendevano da anni ed erano 600 tra bambini, adolescenti, adulti che aspettavano il piano individuale di vita, cioè quei servizi che consentono il sostegno alle famiglie, alle persone. Un azzeramento che oggi si stabilizza su una spesa di una delle ultime gare che ho potuto portare in porto prima di andare via, che pesa oltre 18 milioni mezzo di euro per tenere attivi 900 piani individuali di vita. Certamente quella lista d’attesa che era una delle criticità sulle quali stavo lavorando, per la quale avevo, come dire definito e incardinato un percorso nel tempo si è ricreato ma ora ci sono i percorsi di soluzione”

La sinergia con Regione e tribunali

“La macchina è complessa perché è una macchina chiamata all’interlocuzione delicatissima con i tribunali minori, con la Procura di minori, con il tribunale ordinario, con il giudice tutelare. Una macchina che da un lato deve porre in essere soluzioni. Penso all’emergenza sociale che abbiamo potenziato e rafforzato, che oggi può vantare una unità di strada di pronto intervento h24. Dall’altro lato c’è la necessità di programmare una visione armonica dei servizi è per questo abbiamo voluto anche ripensare e ridefinire il ruolo dell’Agenzia sociale per l’inclusione con lo sportello che, all’interno delle sedi dei servizi sociali di comunità, consente di evitare di finire per strada alle persone che non sono in condizione di mantenere un alloggio e consente, al tempo stesso, di sostenere quelle che invece rischiano di perderlo l’alloggio. un segno che si attua attraverso il contributo diretto. Proprio qualche settimana fa in giunta abbiamo portato l’azione che riguarda il microcredito a potenziamento di questa funzione e il fondo di garanzia per rasserenare anche coloro i quali si trovano a dover affittare un immobile per conto del Comune di Palermo che deve rendere il contributo”.

Tante iniziative in campo

“Sono tantissime le cose che abbiamo messo in campo, l’ultima proprio in uscita ovvero l’assunzione attraverso procedura di concorso (durato un anno) che ha portato al potenziamento della struttura con nuovi assistenti sociali per il Comune di Palermo. Di questo vado molto orgogliosa perché il ruolo del servizio sociale è un ruolo importantissimo in questa città”.

“Gli assistenti sociali non ci bastano mai ed è chiaro che questo potenziamento è un pezzo che determinerà un cammino importante verso il bisogno, verso la risposta al bisogno che in una città come questa non è mai adeguato. Siamo, però, adesso nella percentuale prevista dal Ministero nel rapporto che vede l’allineamento ad un assistente sociale ogni 5000 abitanti, ma è chiaro che ce ne vorrebbero tanti, tanti altri”

Spesi 100 milioni in tre anni

“Abbiamo impegnato complessivamente circa 100 milioni di euro. Quell’avanzo vincolato di cui ho parlato all’inizio, cioè quelle risorse congelate, nel cammino di tre anni ne abbiamo scongelate per un valore di circa 10 milioni più altri 3 milioni in programmazione ed ora è in corso l’applicazione dell’avanzo delle risorse restanti perché chiaramente quello era uno degli obiettivi più importanti”.

“Questo assessorato ha anche dato una mano importantissima a portare in porto il piano di riequilibrio cioè il riallineamento della spesa riportando sui finanziamenti extra comunali tutta una serie di attività che prevedevano anche l’innovazione stessa dei servizi. Questo ci ha consentito un risparmio all’interno del piano di riequilibrio di circa 36 milioni di euro per la macchina comunale. Una bella mano che ha consentito a tutta l’amministrazione comunale, chiaramente, di poter presentare quel piano di riequilibrio in un modo ancora più forte”.

La sostituzione e i risvolti politici

Rosi Pennino non vorrebbe ma è inevitabile affrontare il tema politico per un assessore arrivata in giunta in quota Miccichè, poi passata in quota Tamajo e alla fine sostituita con una lettera di Forza Italia che l’aveva indicata

“Ma guarda io entro in Forza Italia nel lontano, ormai lo possiamo dire, 2017  e allora questa cosa fece molto clamore”.

Ricordiamolo, provenendo da ben altra ben altri lidi.

“Provenendo da ben altri lidi, sì certo! Arrivo in Forza Italia con Gianfranco Miccichè e a Gianfranco Miccichè voglio veramente far arrivare il mio grazie perché è una di quelle persone che ha saputo rimettere in moto il mio desiderio di impegno, che ha saputo riconoscere la qualità, le competenze, che ha saputo accompagnare questo desiderio fortissimo di arrivare a fare l’assessore alle politiche socio sanitarie in questa città. A Gianfranco il mio grazie perché veramente mi ha voluta fortemente mi ha voluta con tutte le sue forze.

La domanda viene spontanea: è forse questo il motivo per cui, visto e considerati i rapporti di  Gianfranco Miccichè con Forza Italia  è stata indicata una sostituzione?

“Ma io credo nella mia vita di non aver tradito mai nessuno Nel senso che anche quello che Gianfranco ha voluto per me, e cioè il desiderio che io lavorassi bene penso di non averlo ripagato. Da quel lontano 2007 mi sono sempre mantenuta lineare, leale e ho sempre sostenuto Forza Italia attraverso la mia candidatura, qualche volta di servizio, qualche altra volta di sostegno, non ultima quella al Consiglio comunale. Io sono la prima dei non eletti al Consiglio comunale del partito di Forza Italia, questo forse qualcuno non lo ricorda”.

“Io ho mantenuto, anche dopo quello che è accaduto tra Gianfranco e le altre componenti del partito, assoluta lealtà ad un percorso un percorso che poi ha visto il sostegno, nei miei confronti, dell’onorevole Tamajo che mi ha sostenuta e difesa finché ha potuto. È chiaro che anche questo io lo riconosco e chiaramente sono grata di questo sostegno e di questa difesa che è stata mantenuta fino a che era possibile”.

Non comprendo la mia sostituzione

“Le ragioni che portano Forza Italia a non volermi più assessore io non non le comprendo, non le capisco e ancora sto cercando di comprenderle. Per mia natura resto leale. Non sono una persona che si è mai lanciata in volgarità di nessun tipo. Chi mi conosce lo sa. Le mie scelte anche in quel lontano 2017, sono sempre scelte appassionate, di cuore, passionali e non riesco a farle diversamente. Certamente in questi tre anni io ho avuto la possibilità di essere gratificata da un grande sindaco al quale non posso rimproverare nulla in termini di sostegno, visibilità, riconoscimento delle capacità, delle competenze. Un sindaco che mi ha sostenuta in ogni circostanza e che mi ha veramente lasciato in assoluta libertà a disegnare le politiche di un settore così delicato. A Roberto Lagalla deve andare non solo il mio grazie perché fino all’ultimo ha rappresentato la sua posizione rispetto alla qualità del lavoro svolto, ma va anche il mio fortissimo abbraccio perché i livelli di umanità che in tutta questa vicenda ha avuto il professore sono stati veramente importanti.

Queste parole sembrano indicare che Forza Italia sta un po sbiadendo e diventando Grande Sicilia nel cuore politico di Rosi Pennino.

“Io non so quale sia il disegno di Forza Italia, quello che posso dire è che Rosi Pennino in questa vicenda sta a guardare. Quello che potevo dare in termini di contributo a questo partito l’ho dato è chiaramente l’amarezza c’è tutta. Non si può essere ipocriti rispetto al sentimento di amarezza profonda che porto dentro per mille motivi perché in qualche maniera avrei voluto una gestione diversa sotto il profilo umano di tutto quello che mi ha attraversato e dall’altro lato avrei voluto anche il riconoscimento sereno di un percorso portato avanti con dignità e con una qualità del lavoro svolta che magari non è perfetta perché io mi rimprovero sempre tante cose e tante altre avrei voluto farne ma ecco tutto questo sacrificio”.

“La politica è servizio, la politica è fatta di situazioni che chiaramente portano al cambiamento. Nessuno resta in un posto per sempre. E quindi il mio desiderio non era quello di mantenere a tutti i costi una postazione, piuttosto quella di fare un ragionamento leale, franco, rispetto a un percorso sul quale credo di non avere sbagliato nulla”.

Una riflessione la farò come la feci nel 2017

“L’impegno non può finire e non finirà mai. Perché la passione che ho dentro di me per le battaglie che riguardano i bisogni, il sociale, gli ultimi fragili soprattutto la disabilità, non può finire. Quella non finirà mai. Chiaramente una profonda riflessione su questo impegno la farò: è chiaro che lo farò perché l’impegno non l’ho visto riconosciuto. Ma è una riflessione che io farò sempre con l’animo sereno che mi ha portato a fare le scelte non mai poco sofferte come quella del lontano 2017”.

La video intervista integrale