- Arrestato a Varese un 60enne per detenzione di armi da guerra
- Perquisizione delegata dalla Procura di Palermo
- Le indagini iniziate sei mesi fa dopo alcune denunce per adescamento minorile
- Le indagini della Polizia Postale hanno appurato che l’uomo era attivo online da alcuni anni con l’obiettivo di adescare minorenni
Aveva un piccolo arsenale di armi in casa. Per questo un sessantenne di Varese e’ stato arrestato dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni di Varese, dopo una perquisizione delegata dalla Procura di Palermo, con l’accusa di
detenzione di armi da guerra.
Le indagini partite sei mesi fa, le denunce di alcuni genitori in Sicilia
Le indagini sono iniziate circa sei mesi fa, a seguito di alcune denunce di genitori di ragazzine di eta’ compresa tra i 10 e i 12 anni per adescamento minorile, presentate presso gli uffici giudiziari siciliani.
L’uomo attivo online con l’obiettivo di adescare minorenni
Dagli accertamenti della Postale è emerso che l’uomo fosse attivo online da alcuni anni, con l’obiettivo di adescare minorenni. A casa sua sono stati rinvenuti un coltello a serramanico e uno a scatto con una lama lunga circa 40 centimetri, centinaia di cartucce tra cui alcune riconducibili a quelle da guerra.
Un arresto analogo a marzo
Nel mese di marzo, era stato portato a segno in Lombardia, un arresto per certi versi analogo.
I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Palermo in collaborazione con i colleghi della tenenza di Pioltello (Mi), hanno eseguito la misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal gip presso il tribunale di Palermo, su richiesta della procura, nei confronti di un ventiduenne incensurato residente a Pioltello, accusato di induzione di minore al compimento di atti sessuali, compimento di atti sessuali in presenza di minorenni, istigazione al compimento di atti sessuali nei confronti di minori, realizzazione e produzione di materiale pornografico attraverso registrazione di videochiamate con l’aggravante di aver commesso il fatto in danno di minori di anni 16, detenzione di oltre 1300 files (tra immagini e video) di contenuto pedopornografico.
L’attività d’indagine, coordinata dall’aggiunto Laura Vaccaro e dal pm Ilaria De Somma, è stata avviata nel 2019 a seguito di una denuncia presentata dal padre di una vittima minorenne negli uffici del Comando Provinciale di Palermo per il tentativo di adescamento al fine di indurla al compimento di atti sessuali.
Le analisi della sezione indagini telematiche sono partite dall’analisi del cellulare della vittima per estendersi ai vari profili social, nei quali l’autore, assumendo la falsa identità di un bambino di 13 anni sceglieva, le vittime tra minori di anni 14.
È emerso che l’indagato, una volta adescati i minori in svariate città della penisola, intratteneva chat a contenuto sessuale, inducendo le vittime a scambiarsi foto, video e videochiamate. Dopo aver individuato il soggetto provava a carpirne la fiducia riempiendo la sua quotidianità di attenzioni e lusinghe, fino a spingerlo a inviargli foto e video a sfondo sessuale. Gli accertamenti tecnici condotti sui terminali informatici mobili e fissi sequestrati all’autore hanno consentito di rinvenire un ingente quantitativo di materiale pedopornografico.
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