Una donna appartenente al Corpo di Polizia Penitenziaria, in servizio nel carcere di Pagliarelli, si è tolta la vita in casa. A darne notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe.

“E’ una notizia che ha scosso tutti. La donna – L. P. – era in servizio nel carcere palermitano di Pagliarelli. Ed è sconvolgente che questo sia il terzo suicidio, nel solo mese di agosto, di appartenenti alla polizia penitenziaria: pochi giorni fa, infatti, altri due assistente capo coordinatore della Polizia Penitenziaria, un uomo ed una donna, in servizio a Latina si sono tolti la vita in altrettanti episodi. Sembra dunque non avere fine il mal di vivere che caratterizza gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, uno dei quattro Corpi di Polizia dello Stato italiano”, dichiara Lillo Navarra, segretario nazionale per la Sicilia del Sappe.

L’agente si è tolta la vita in casa mentre il compagno dormiva. Avrebbe lasciato tre lettere una indirizzata al magistrato e due ai familiari dove ha spiegato i motivi del gesto.

Donato Capece, segretario generale del Sappe, non entra nel merito delle cause che hanno portato la donna a togliersi la vita, ma sottolinea come sia importante “evitare strumentalizzazioni ma fondamentale e necessario è comprendere e accertare quanto hanno eventualmente inciso l’attività lavorativa e le difficili condizioni lavorative nel tragico gesto estremo posto in essere dalla poliziotta. Lo scorso anno 2019 furono 11 i poliziotti penitenziari che si sono tolti la vita: da gennaio ad oggi sono sei i casi. Servono soluzioni concrete per il contrasto del disagio lavorativo del personale di polizia penitenziaria. Da tempo il Sappe sottolinea ed evidenzia come sia necessario strutturare un’apposita direzione medica della Polizia Penitenziaria, composta da medici e da psicologi impegnati a tutelare e promuovere la salute di tutti i dipendenti dell’Amministrazione Penitenziaria. Non si perda altro prezioso tempo nel non mettere in atto immediate strategie di contrasto del disagio che vivono gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria”.

“Ancora un lutto nel Corpo di polizia penitenziaria a causa di un suicidio, ed è il secondo in pochi giorni di una donna, il sesto dall’inizio dell’anno. Questa volta è stata una Poliziotta in servizio presso la Casa Circondariale di Palermo Pagliarelli a mettere fine alla propria esistenza. È successo nel primo pomeriggio odierno, la collega, un Assistente Capo di circa 40 anni d’età, pare si sia suicidata inalando dei gas nocivi e forse anche ingerendo farmaci”.

È quanto riferisce Gennarino De Fazio – Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria – che, fortemente scosso dall’ennesima tragedia che investe i baschi azzurri, commenta: “Ammontano a settantuno gli appartenenti al Corpo che si sono suicidati dal 2011 a oggi. Solo cinque giorni fa analogo gesto era stato portato a termine da un’altra donna, una Poliziotta penitenziaria in servizio presso il carcere di Latina, e, ancora, poco prima la stessa tragica sorte era toccata a un altro collega in servizio nello stesso istituto. Così sale a sei il numero degli appartenenti alla Polizia penitenziaria che hanno posto volontariamente fine alla propria vita dall’inizio dell’anno con un’altissima percentuale relativa di donne”.

“Proprio quest’ultimo – prosegue De Fazio – è un dato che deve far riflettere. Il numero percentuale di appartenenti alle forze dell’ordine che si suicidano è di molto superiore, per fascia d’età, a quello che si registra nella restante parte della popolazione e crediamo che ancora più elevata sia l’incidenza nelle file della Polizia penitenziaria. Purtroppo non esiste una statistica pubblica di questi casi e non abbiamo notizia alcuna dell’azione condotta dall’Osservatorio permanente interforze sui suicidi tra gli appartenenti alle forze di polizia costituito dal Capo della Polizia Gabrielli, ma che a un anno e mezzo dalla sua decretazione, risalente all’8 febbraio 2019, non ha avuto alcuna interlocuzione con le Organizzazioni Sindacali rappresentative degli operatori del Corpo di polizia penitenziaria e, soprattutto, non è dato sapere cosa stia concretamente realizzando per tentare di prevenire un fenomeno che continua ad avere dimensioni di assoluto allarme”.

“In questo frangente di sgomento e profondo dolore sarebbe palesemente fuori luogo qualunque polemica e, ancor più, ogni tentativo di strumentalizzare ad altri fini la tematica – spiega ancora il leader della UILPA PP –, ma di certo non si può restare inermi rispetto a essa ed è fondamentale che le Amministrazioni interessate e, in particolare, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria mettano in campo tangibili iniziative per prevenire il disagio e non solo per intercettarlo quando verosimilmente ha già provocato danni irreparabili. Per farlo, evidentemente, è necessario puntare compiutamente sul benessere organizzativo e lavorativo, il cui presupposto essenziale non può che passare per una seria politica degli organici e della conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro; specie per le donne che, tradizionalmente, si occupano ancora molto più degli uomini pure della gestione della famiglia e del lavoro domestico. D’altronde, se la percentuale di donne nella Polizia penitenziaria è, per legge, inferiore al 10% dell’organico complessivo, la circostanza che il numero dei suicidi di donne dall’inizio dell’anno sia superiore al 33% qualche ragionamento ulteriore dovrà indurlo”.

“Per ciò pensiamo – continua De Fazio – che, più che alle ‘palestre anti stress’, come quella per esempio inaugurata qualche mese fa proprio presso il carcere di Palermo Pagliarelli, l’Amministrazione penitenziaria a livello territoriale e anche in Sicilia dovrebbe recuperare un rapporto d’interlocuzione fattivo e costante con le Organizzazioni Sindacali, mostrando maggiore attenzione rispetto alle problematiche sollevate e senza trincerarsi strumentalmente dietro visioni e argomentazioni farraginosamente burocratiche e distanti dalla realtà”.

“In questo momento, tuttavia, – conclude il Segretario della UILPA PP – ci stringiamo attorno al dolore della famiglia della giovane collega che lascia un altro vuoto incolmabile nei nostri cuori”.

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