Con efferata ferocia, il 14 maggio 2013 avevano saccheggiato l’abitazione di un noto e stimato commercialista palermitano, rubandogli denaro, preziosi, quadri e oggetti di antiquariato per un valore complessivo di centomila euro.

Come riporta il Giornale di Sicilia, i rapinatori sono stati tutti condannati, anche se le pene sono state ridotte lievemente rispetto al primo grado, da 5 anni a 4 anni e 4 mesi. Il processo si è svolto anche al Tribunale dei Minori, perché uno dei rapinatori, all’epoca aveva 17 anni. Sarebbe stato lui ad aprire ai complici la porta della casa del professionista, con il quale avrebbe fatto sesso dietro compenso economico, circostanza che ha portato la vittima ad essere indagato.

Le condanne, pronunciate ieri dalla seconda sezione della Corte d’appello, riguardano Gaspare Lo Giudice, di 38 anni; Emanuele D’ Alessandro, di 35; Giuseppe D’Alessandro, 24, e Diego Calandra, 34 anni. Il processo si è svolto con il rito abbreviato e in primo grado la sentenza, con gli sconti di un terzo, era stata del Gup Lorenzo Jannelli. I difensori, gli avvocati Francesco Oddo, Pietro Piazza e Maximilian Molfettini, hanno preannunciato ricorso in Cassazione. Gli imputati sono tre dello Zen e uno di Baida e furono individuati dagli agenti del commissariato Oreto, agevolati poi dalla confessione del ragazzino (che nel suo processo ha fruito di alcuni sconti proprio per la collaborazione offerta).

L’incubo per il commercialista si consumò in pochi minuti: con una pistola puntata alla testa, colpito e minacciato, per poco non rimase soffocato, i banditi lo immobilizzarono e gli chiusero la bocca col nastro adesivo, portando poi via quanto potevano.

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