Presa a calci e pugni da un gruppo di ragazzini. Ricoperta di insulti omofobi, offesa ed umiliata.
E’ quanto accaduto nei giorni scorsi a Giada, una 21enne palermitana che, oltre a denunciare alle forze dell’ordine la terribile violenza subita, ha affidato a Facebook il racconto di quei drammatici momenti nella speranza che simili cose non debbano ripetersi. Ma le notizie riguardanti aggressioni omofobe, sono, purtroppo, sempre più frequenti.

“Vittima di omofobia e di una violenza non immaginabile”

Il racconto di Giada inizia così: “Sono stata vittima di omofobia e di una violenza non immaginabile. Mi trovavo nel posto sbagliato al momento sbagliato? Non lo so – ha scritto -. So solo che mi stavo recando ad una semplice prova di lavoro al centro commerciale Forum. Un gruppo di cinque ragazzini senza alcun motivo ha iniziato a deridermi, denigrarmi per il modo in cui mi vesto (come tutti d’altronde), per i capelli corti e per il fatto che non si capisce molto se sono “maschio o femmina”. Di questa brutta storia c’è però un “lato positivo”, ovvero che l’aggressione avvenuta al centro commerciale e quindi sono state prese le registrazioni che filmano questo gruppo di ragazzini”.

“Cosa ho fatto di male? Sto morendo?”

La giovane ha proseguito nel suo post: “Uno del gruppo durante l’aggressione pensa bene di farmi cadere per terra con uno sgambetto mentre mi stavo difendendo, così che il resto del gruppo potesse prendermi a calci e pugni in testa e nel resto del corpo. Chi stava facendo shopping o si stava recando dentro il centro commerciale si nascondeva nell’indifferenza perché “non tocca loro” e infatti, mi hanno tolto questi ragazzini di dosso nel momento in cui tutti e cinque si stavano divertendo a picchiarmi violentemente mentre io ero a terra. Sono scappati non appena hanno capito che si sarebbero messi nei guai. Non auguro mai a qualcuno di ritrovarsi in queste circostanze e pensare: ‘sto morendo?’, ‘cosa ho fatto di male?’, ‘è colpa mia?’. Tornati a casa divertiti hanno detto fra di loro: ‘Ho spaccato la faccia a uno al Forum’, informazione che ho saputo tramite una delle tante persone che mi hanno scritto per supportarmi”.

La denuncia: “Non ho intenzione di stare in silenzio, non è soltanto la mia lotta”

La giovane ha deciso di sporgere denuncia. Ha concluso: “Non ho intenzione di stare in silenzio solo perché lo Sperone è il quartiere che è – dice -. Non ho paura di combattere per i miei diritti e la mia libertà di espressione, per il mio orientamento sessuale ma in generale per la mia persona. Diritti che tra l’altro vengono protetti dalla costituzione stessa e da leggi internazionali. Quello che mi è successo non è solamente la mia lotta, ma appartiene anche a chi subisce violenze sulla base di altre ragioni”.

Un’altra aggressione omofoba a Catania a fine maggio

A fine maggio a Catania si era verificata un’altra aggressione omofoba. Un sabato sera trascorso in compagnia di amici, tra chiacchiere e risate. Poi il rientro verso casa e l’aggressione di uno sconosciuto armato di cacciavite. E’ la storia di Fiore, che ha avuto la forza di denunciare alla polizia e sui suoi canali social l’accaduto che lo ha visto suo malgrado protagonista.

Aggredito uno studente universitario

Fiore, che è il secondo nome, ha 22 anni, è uno studente di Lingue e culture moderne all’Università di Catania ed è un attivista dichiaratamente gay. L’aggressione, avvenuta è stata raccontata dettagliatamente sul profilo Instagram della vittima. Il ragazzo è stato aggredito nel corso della notte da un uomo dopo che ha chiesto indicazioni per una presunta via.

Il racconto del giovane su Instagram

“Ho avuto il tempo di dire ‘non so dove sia la via, scusi’ che subito mi si è lanciato addosso tentando di pugnalarmi con un cacciavite affilato. In seguito – racconta il 22enne -, mi ha strappato di dosso le cuffiette. Ho reagito colpendolo alla faccia con un violento pugno (o schiaffo, non ricordo bene) riuscendo a riprendermi le cuffiette. Dopo aver visto che ero in grado di difendermi ha indietreggiato e ha cominciato a rivolgermi degli insulti omofobi affermando pure che ‘ormai a Catania i fr*ci siamo troppi’. L’ho minacciato di chiamare la polizia, lui mi ha risposto che stava solo scherzando ed è scappato via con l’auto, di cui ho la targa”. “Mi ha aggredito perché nel mio zaino ho attaccato portachiavi e spille Lgbtqia+ tramite i quali mi ha catalogato come persona non etero”.

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