Una vera e propria emergenza è quella delle aggressioni all’interno degli ospedali siciliani. Sono tanti gli appelli che si moltiplicano nelle ultime ore in seguito all’ultima aggressione avvenuta all’interno dell’ospedale dei bambini a danno di alcuni operatori sanitari e l’altra avvenuta a Partinico. Dopo la denuncia del Nurdind, sindacato degli operatori sanitari, arriva anche quella di esponenti politici e di della CISL.
Una interrogazione all’Ars
Fabio Venezia, parlamentare regionale del Pd, ha presentato un’interrogazione all’Ars per conoscere le misure che il governo regionale intende adottare “per contrastare il fenomeno delle minacce e delle aggressioni nei confronti del personale sanitario negli ospedali siciliani”. Nell’interrogazione, firmata anche dal capogruppo Michele Catanzaro e dagli altri deputati regionali del gruppo Pd all’Ars, Venezia ricorda i recenti casi di aggressione a infermieri e medici dell’ospedale dei Bambini di Palermo, dell’ospedale Civico di Partinico, del pronto soccorso di Militello in Val di Catania e dell’ospedale Umberto I di Siracusa.
Aggressioni, “eventi sentinella”
“Episodi di questo tipo contro il personale sanitario – scrive Venezia nell’interrogazione – possono essere considerati ‘eventi sentinella’ che segnalano la presenza nell’ambiente di lavoro di situazioni di rischio o di vulnerabilità e che richiedono l’adozione di opportune misure di prevenzione e protezione dei lavoratori e dell’attività ospedaliera. Oltretutto, come segnalato anche dalle organizzazioni sindacali, quello della violenza nelle strutture sanitarie è un problema molto sentito dai lavoratori della sanità che temono il venire a crearsi di un clima inaccettabile per chi deve assistere e curare i cittadini in un contesto aggravato anche da problemi organizzativi derivanti da carenze di risorse umane e tecniche”.
Un bollettino di guerra negli ospedali
“Danneggiamenti al pronto soccorso dell’ospedale Cervello di Palermo – dice il segretario generale Cisl Medici Palermo Trapani Loreto Galbo -, minacce di morte per combustione a un medico dell’ospedale di Partinico, minacce a un’infermiera e a una guardia giurata dell’ospedale dei Bambini di Palermo: sembrano ormai episodi facenti parte di un bollettino di guerra le notizie che provengono dagli ospedali siciliani. Siamo vicini a tutto il personale sanitario delle strutture del territorio, che troppo spesso finisce con l’essere il bersaglio delle tensioni che esplodono nei nosocomi”.
Una soluzione, nuove figure professionali
“Serve una rapida soluzione e un valido tentativo potrebbe essere quello d’inserire la figura professionale del cosiddetto ‘mediatore di salute’, che, forte di una preparazione psicologica ed educativa, possa tranquillizzare i parenti preoccupati di coloro che afferiscono al pronto soccorso e in tutti quei reparti ospedalieri in cui vi è una elevata necessità comunicativa medico-familiare”. “Siamo vicini a tutti i medici infermieri vigilanti, che hanno subito aggressioni – commenta Leonardo La Piana segretario generale Cisl Palermo Trapani -, questi fatti confermano la necessità di prevedere anche l’utilizzo di figure professionali alle quali affidare il complicato compito della gestione delle ansie, delle paure, delle emergenze che purtroppo se non gestite in modo professionalmente adeguato creano situazioni di pericolo e di stress che mettono a repentaglio tutta l’organizzazione dei luoghi destinati alla cura e alla salvaguardia del benessere delle persone”.
Mamma aggredisce infermiera, il padre il vigilante
Intanto si moltiplicano nei presidi sanitari dell’isola le aggressioni. L’ennesima pronto soccorso dell’ospedale dei bambini a danno degli operatori sanitari. Lo denuncia il sindacato Nursind che chiede interventi urgenti per potenziare il personale e la sicurezza del reparto. I sanitari raccontano che ieri la madre di un bambino che stava per essere visitato ha preso per il collo un’infermiera sbattendola al muro, mentre il marito si è scagliato contro la guardia giurata.
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