Palermo aggiunge siti nuovi e diversi a ogni edizione de Le Vie dei Tesori: quest’anno sono addirittura 130, tra siti visitabili con un unico coupon da 1 euro, e diciotto luoghi aperti su prenotazione, nei cinque weekend compresi tra il 5 ottobre e il 4 novembre nella città Capitale Italiana della Cultura 2018. Il festival che da dodici anni “racconta” il capoluogo siciliano, ritorna a casa, dopo un entusiasmante tour fuori porta che lo ha portato in altre otto città siciliane e ha totalizzato oltre settantamila visitatori in tre settimane.
Segno evidente che la formula de Le Vie dei Tesori – uno storytelling accurato che mette in rete mostre, terrazze, campanili, chiese sconosciute, palazzi privati, giardini, ex fabbriche, manifatture artigiane; e affina una sinergia tra oltre cento tra istituzioni, associazioni, partner – è stata costruita con cura ed è apprezzata dal pubblico di ogni età, che invade pacificamente i siti aperti: trecento in tutta la Sicilia, compresa Catania dal 19 ottobre, che saranno “raccontati” visivamente anche dagli esperti del CRIcd. Ma è soprattutto l’anno in cui Le Vie dei Tesori oltrepassa lo Stretto, con un’esperienza-pilota negli ultimi due weekend di ottobre a Milano, Mantova e la Valtellina.
La nuova avventura palermitana si apre domani (5 ottobre) e si appoggia come sempre – e come è già stato anche nelle altre città siciliane – sul patrimonio umano di volontari e studenti che partecipano all’Alternanza Scuola Lavoro grazie alla collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale. E su una bella vetrina tecnologica visto che è nato il portale www.leviedeitesori.it, con esaurienti schede dei luoghi in italiano e in inglese, navigabile e adattato a ogni dispositivo. Qui si trova anche la piattaforma di booking e ticketing che consente di acquistare i coupon, vere e proprie “carte d’imbarco” dotate di QR code che verranno “smarcate” all’ingresso dei luoghi fino a esaurimento.
I 130 LUOGHI DI PALERMO. Un unico, enorme museo diffuso. Che già da domani offre luoghi inediti: ad iniziare dall’ex aeroporto militare di Boccadifalco, voluto dai Florio e tra i più antichi d’Italia. Saranno attivi due percorsi diversi, uno che si visita con i coupon e comprende uno dei bunker della guerra, l’hangar storico dell’Aeroclub e una mostra fotografica sull’aeroporto a cura di Salvo Di Marco e Gaia Villani ; e un secondo (su prenotazione) più approfondito che prevede una navetta che condurrà nei luoghi più lontani dall’ingresso, alla scoperta di altri due bunker, della Torre di controllo e di Villa Natoli. I nuovi percorsi dentro Boccadifalco sono stati presentati oggi da Antonino Buttafuoco, direttore aeroportuale Sicilia Occidentale di Enac che ha raccontato la rinascita dell’aeroporto e il suo ritrovato rapporto con la città; dal sindaco Leoluca Orlando – che ha sottolineato come “Palermo Capitale Italiana della Cultura celebra la storia di Boccadifalco, il suo essere dentro la città, un luogo vivo e vegeto e non dormiente” -; dal colonnello Mauro Carrozzo, comandante del ROAN (Reparto Operativo Aeronavale), dal vicepresidente dell’Aero Club, Giuseppe Lo Cicero e da Valeria Cangelosi, dirigente di Polizia del IV reparto Volo , che ha curato l’intera logistica.
Secondo Laura Anello, presidente dell’associazione Vie dei Tesori, “Il racconto dei luoghi e la formula rodata del festival, permettono ai cittadini di riappropriarsi di siti che finora erano soltanto osservati da lontano e con cui era stato perso il contatto”.
E veniamo agli altri luoghi. Alla già nota camera dello scirocco di Villa Naselli (aperta sabato e domenica), si aggiunge quest’anno un’analoga zona di refrigerio a Fondo Minciulla, scavata nella roccia da cui si intravede l’ingresso a un qanat: per anni è stata proprietà di una famiglia mafiosa e nel 1980 fu sequestrata dall’allora giudice istruttore Giovanni Falcone e assegnato all’Agesci che ne ha fatto una base Scout. Aprono per la prima volta le porte l’Istituto Gonzaga con la cappella e l’antica biblioteca che racchiude la memoria della Compagnia di Gesù; l’Istituto Padre Messina dove si racconta l’esperienza del “pazzo di Dio” e l’Ordine degli Architetti che mette a disposizione i saloni affrescati di Casa Florio all’Olivuzza. Nell’anno in cui cade il venticinquennale dell’omicidio di Padre Puglisi, il festival inserisce nel circuito sia l’abitazione del sacerdote ucciso a Brancaccio (oggi museo della memoria); che il No Mafia memorial appena nato sul Cassaro, che il Giardino della Concordia di Pallavicino, colorato omaggio alle vittime di tutte le violenze. Le chiese: ormai non si contano più cappelle, oratori, cripte; parecchie sono aperte sabato e domenica, ma domani saranno già visitabili la sconosciuta chiesa di Santa Venera arrampicata su una porzione di antiche mura sopravvissute alla Kalsa; la chiesa e il chiostro della Magione che aspirano ad entrare a breve nel percorso arabo normanno dell’UNESCO. Medievali anch’esse, San Giovanni dei Lebbrosi e Sant’Antonio Abate, l’anno scorso tra i siti più amati Le chiese barocche: la piccola e dimenticata dei Tre Re; i gioiello nei mercati, ovvero la Madonna della Mercede, nel cuore del Capo e il Carmine Maggiore con la sua cupola maiolicata, dentro Ballarò; Sant’Angelo Custode, dove pregavano gli staffieri; l’imponente San Francesco di Paola, e la delicata Chiesa della Pinta con gli stucchi dei Serpotta, tutte e due fresche di restauro; il Santissimo Salvatore, danneggiata dai bombardamenti e recuperata, Santa Maria degli Agonizzanti, creata dai frati che assistevano i condannati a morte e anch’essa appena restituita. Nella borgata dell’Acquasanta, dove l’anno scorso fu protagonista la grotta dell’acqua miracolosa, da domani si scoprirà l’ex lazzaretto secentesco poi Manifattura tabacchi. E ancora l’Istituto Florio Salamone, istituito e aiutato dai nobili Ignazio e Franca (che vollero anche il famoso Tiro a segno, che si visiterà domenica a cantiere aperto, sul litorale di Romagnolo) o il museo del tesoro di santa Rosalia, arrampicato su Monte Pellegrino e inaugurato appena due mesi fa. Aprono le porte i musei scientifici, con l’aiuto dell’Università: il Museo Margherita Hack, dentro l’istituto Crispi – Damiani Almeyda, con i suoi strumenti d’epoca per esperimenti di fisica e chimica; il museo Doderlein che racconta la Sicilia di un secolo e mezzo fa; i due dipartimenti di Architettura, uno con le tavole didattiche di Giovan Battista Basile e l’altro con il modellino in scala (anche se di 4 metri) della Mole Antonelliana.
E ancora, si scoprirà un’ala inedita e sconosciuta dell’Albergo delle Povere, con la chiesa, il chiostro, gli archivi, gli antichi lavatoi; e la parte dove funzionò l’Opificio della seta, con le vasche per la decantazione e bollitura dei bachi da seta. Al liceo Vittorio Emanuele. Le nobili famiglie palermitane aprono già da qualche anno i palazzi privati: nella lista già lunga, ecco ancora Villa Pottino che domani (venerdì 3) alle 19 ospiterà la prima delle (cinque, una a weekend) visite guidate d’autore che si chiuderanno con una degustazione di vini Planeta; poi Villa Zito, oggi museo, Villa Lanterna Gravina all’Acquasanta, e il Villino Florio, vero tripudio liberty. La lista è veramente infinita, e la maggior parte dei luoghi è aperta dalle 10 alle 17.30, ma è sempre meglio controllare sul sito www.leviedeitesori.it
Sono i siti più richiesti e per i quali è facile che si formino lunghe code d’attesa. Quest’anno diciotto di questi luoghi si potranno visitare soltanto tramite prenotazione (sempre sul sito, dove si possono scegliere il giorno e l’orario di visita). E’ già visitabile da domani – oltre al secondo percorso dentro l’aeroporto di Boccadifalco – l’elegante e del tutto inaspettato giardino di Villa Tasca che sarà ”invaso” da centinaia di satiri danzanti: Artficial – la start up che ha in atto un progetto di valorizzazione del patrimonio artistico e culturale attraverso nuove tecnologie – presenta l’esatta riproduzione digitale del Satiro danzante di Mazara del Vallo, ma … in versione pop, realizzata in fibra di mais, in tante repliche esposte nel giardino della villa storica che per la prima volta si trasforma in museo en plein air.
E ancora, la catacomba di San Michele Arcangelo, sotto Casa Professa, dove nicchie e cappelle raccontano storie inverosimili; la storica sede della fabbrica Terranova, nel cuore di Ballarò, dove lavorano i maestri caramellieri da oltre 125 anni. Palazzo Branciforte con il suo Monte di Pietà restaurato da Gae Aulenti; Palazzo Utveggio, nel cuore elegante della città, disegnato dal Basile. Quasi fuori porta, le sorgenti naturali del Gabriele, il “tempio dell’acqua” che è stato “scoperto” dai visitatori dello scorso anno. Tra gli altri siti – già prenotabili – ci sono la collezione di ceramiche Athena (visite solo sabato dalle 16 alle 18); lo Stand Florio (solo domenica)i depositi della GAM (sabato e domenica, mattina e pomeriggio); il Grand Hotel Piazza Borsa (solo la domenica, dalle 10,45 alle 17,30); il Miqveh (dal prossimo weekend); le fabbriche artigianali Anice Tutone (sabato e domenica) e Morettino (prossimo weekend); la Banca d’Italia e il Monastero di Santa Caterina aprono nel terzo weekend del festival. Le Vie dei Tesori aprono quest’anno anche i Qanat arabi e il carcere Ucciardone con una vista teatralizzata, ma sono già siti già sold out.
Secondo anno per l’Itinerario Contemporaneo, curato da Paola Nicita: una selezione di esposizioni e di luoghi, dove giovani guide creeranno speciali trait d’union tra l’opera e il pubblico. Spazi privati, non sempre fruibili o accessibili, vissuti come luoghi aperti alla sperimentazione e al confronto. I Magazzini di tessuti Parlato ospitano un progetto dell’artista Isabella Ducrot che ha avviato un suo racconto impalpabile sulle antiche bende dei monasteri tibetani, che così diventano oggetti d’arte. I tre piani più il sotterraneo di Palazzo Oneto di Sperlinga, messo a disposizione da Roberto Bilotti e Cesira Palmeri, che ospitano le mostre dei giovani studenti dell’Accademia di Belle Arti, tra le quali “Marco Cavallo” esposizione degli ospiti della Casa Terapeutica assistita (CTA) Karol che si occupa di pazienti psichiatrici. Riapre Casa Spazio con le proposte dei colleghi marchigiani di Casa Sponge, Le Mosche continua nelle sue “indagini” sul corpo, e Minimum Studio sta già ultimando un suo cartellone, un’esposizione diversa per ognuno dei cinque weekend. Quest’anno i cinque luoghi dell’Itinerario saranno visitabili con lo stesso coupon dei luoghi e – tranne l’eccezione dei Magazzini Parlato – saranno aperti di sera, dalle 18 alle 22, per un’ideale prosecuzione delle visite diurne.
Inoltre, Palazzo Asmundo propone invece un’inedita esperienza che tocca tutti e cinque i sensi: ogni venerdì e sabato alle 19 aperitivo tra le collezioni storiche e con vista sulla Cattedrale oppure alle 21 una cena di gala vista Cattedrale che guarda alla cucina dei monsù, i cuochi francesi delle famiglie blasonate. Un tuffo nella Palermo nobile del bel tempo che fu, sentendosi per poche ore, gentiluomini e dame. Prenotazioni: www.leviedeitesori.it
Le passeggiate de Le Vie dei Tesori ormai sono un segno distintivo del festival, un passo in più rispetto allo storytelling dei luoghi. Condotte da botanici, giornalisti, appassionati, geografi, professori, saranno circa cento, suddivise (e spesso replicate) nelle cinque settimane a Palermo. A Palermo si va da monte a mare, da verdi riserve a colorati mercati, da vicoli a palazzi, in virtuale compagnia di cavalieri o donne di malaffare, eretici o speziali. Questo weekend si potrà scegliere: se si vuole andare fuori porta, ecco gli itinerari a Casaboli, dove si arriva da Pioppo, in compagnia dei Forestali; si può salire fino al santuario di Montepellegrino o scendere dentro grotta Conza, a poca distanza dalla borgata di Tommaso Natale. Per chi vuole restare in città, gli esperti guideranno alla scoperta dello scomparso mercato dei Lattarini o di quello attuale e multietnico di Ballarò; si può tagliare dalla Marina o superare Porta Nuova e prendere lo stradone di Mezzomonreale; scoprire che dentro il Teatro Massimo passeggia ancora una monaca dal dolore irreversibile o che in un’unica notte, nella Palermo ottocentesca, furono pugnalate 13 persone…
Tutte le passeggiate si prenotano sul sito www.leviedeitesori.it
Sarà un simpatico elefantino nano, LIO, a accompagnare i bambini de Le Vie dei Tesori, nelle speciali visite guidate su misura in collaborazione con Babyplanner.it. Cinque luoghi dove le famiglie con bambini saranno assolute protagoniste, con ingresso prioritario, una family card dedicata, giochi di enigmistica e una caccia al tesoro – con tanto di “book” che ogni bimbo potrà riempire, divertendosi e imparando – alla chiesa dell’Origlione, Palazzo Asmundo, Teatro Biondo, Archivio comunale ed ex Mulino di Sant’Antonino. Oltre a questi, c’è un progetto didattico per le scuole alle quali verranno proposte – in tutti i giorni della settimana e non solo nei weekend – differenti esperienze artistiche e culturali da associare alle visite dei “tesori”. Nelle piazze Castelnuovo, Marina, Bellini e Verdi, ci saranno 4 gazebo dove bambini e ragazzi potranno partecipare a laboratori su Teatro dei Pupi, palazzi del ‘700, la scuola dei Serpotta e le maioliche. Lio nasce dalla matita di Nina Melan, 99POM piccola officina del meraviglioso.
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