Si acuisce la protesta sul problema dell’invasione di cinghiali in Sicilia. Gli agricoltori protestano sia a Montecitorio, che a Palermo.

“Pronti a class action contro la Regione”

Franco Calderone, coordinatore di Equità Territoriale in Sicilia, il movimento fondato dal giornalista e scrittore Pino Aprile, interviene sul problema cinghiali: “Basta aspettare. Manifestazione a Palermo e class action contro la Regione siciliana” “Cosa succederebbe se i cinghiali, oltre a invadere i campi coltivati della nostra Isola, distruggendo le colture, cominciassero anche a invadere i luoghi della politica siciliana? Provate a immaginare nove o dieci cinghiali che si presentano davanti il portone di Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione siciliana? O davanti il portone di Palazzo Reale, sede del Parlamento siciliano? O magari davanti la sede dell’assessorato regionale all’Agricoltura dove, da anni, fanno finta che il problema cinghiali non esiste. Insomma, stiamo cercando di dire che non è facile sensibilizzare la politica siciliana su un problema gravissimo”.

“E’ inutile che ci prendiamo in giro – dice Calderone -. Il problema cinghiali, che riguarda tutta l’Italia, è ormai incancrenito. E le parole non bastano. E’ arrivato il momento di azioni concrete. Equità Territoriale Sicilia si impegna a contattare gli agricoltori siciliani di buona volontà le cui aziende sono state danneggiate dai cinghiali. Ormai i danni si contano ovunque: nei vigneti, negli ortaggi di piano campo, nei frutteti. Negli ultimi giorni i cinghiali hanno preso di mira le angurie di Mazara del Vallo. In molti casi i danni sono gravissimi e sono tutti a carico degli agricoltori, visto che la politica – in testa il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci – non vuole affrontare la questione. E’ arrivato il momento di organizzare una grande manifestazione di protesta a Palermo, davanti la sede del Governo siciliano. Una manifestazione alla quale dovrebbero partecipare gli agricoltori della nostra Isola direttamente toccati da questo problema e, in generale, tutto il mondo agricolo. Dobbiamo chiedere i giusti risarcimenti a una Regione siciliana immobile. Qualora la Regione non dovesse rispondere bisogna mettere in campo un’azione collettiva, giudiziaria e politica. Penso a una class action contro l’amministrazione regionale e penso anche a una sensibilizzazione collettiva del mondo agricolo in vista delle elezioni regionali del prossimo anno. La politica siciliana non può continuare a ignorare il problema cinghiali”.

Gli agricoltori protestano a Montecitorio

Agricoltori, allevatori e pastori sono scesi in piazza contro l’invasione dei cinghiali in tutti i capoluoghi di Regione, a partire da Roma, in Piazza Montecitorio. Un’iniziativa organizzata dalla Coldiretti per chiedere di fermare una calamità che distrugge i raccolti, aggredisce gli animali, assedia le stalle e causa incidenti stradali, con pericoli concreti per agricoltori e cittadini.

A piazza Montecitorio campeggiano le sagome di un branco di cinghiali a grandezza naturale per dimostrare concretamente cosa significa trovarseli di fronte in strada, nei campi o davanti alla propria abitazione. Alcuni agricoltori hanno portato frutta, insalate e cereali completamenti distrutti dal passaggio dei cinghiali. Un gruppo di giovani travestiti da cinghiali cerca i parlamentari per spiegare la situazione di emergenza che devono affrontare ogni giorno.

Tanti gli striscioni, dove si legge “Dopo il Covid la peste dei cinghiali”, “Noi seminiamo, i cinghiali raccolgono”, “Difendiamo il nostro territorio”, ma anche “Città e campagna unite contro i cinghiali”. In piazza presenti molti sindaci e cittadini preoccupati di questa vera e propria emergenza, come anche il presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini.

Invasione cinghiali in Sicilia

“Dopo l’emergenza Covid non è mai stato così alto l’allarme per l’invasione di cinghiali in Sicilia dove ogni giorno gli agricoltori sono costretti a fare turni di guardia e addirittura in molti scelgono di non seminare più. Anche le attività di trekking o le semplici escursioni sono fortemente limitate per il pericolo che ne deriva”, spiegava ieri la Coldiretti Sicilia.

 

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