La “paura della firma” nella pubblica amministrazione viene spesso evocata dai funzionari per sottrarsi al rischio di rispondere di un danno erariale ma così si rischia di premiare un senso d’impunità”. E l’allarme lanciato dal presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei conti per la Regione siciliana, Vincenzo Lo Presti, nella relazione di apertura dell’anno giudiziario.

Nessuna diffidenza per la Corte dei Conti

“L’attività della Corte dei conti – ha detto – non deve essere vista con diffidenza da parte dei pubblici amministratori che, per la gran parte, sono certamente onesti e diligenti e svolgono il loro lavoro con dedizione e con l’orgoglio di essere utili al Paese. Chi amministra, nel rispetto delle leggi e secondo buon senso, non ha mai avuto e non avrà mai nulla da temere”.

Ristretto il campo

Alcune norme recenti hanno tra l’altro ristretto il campo delle responsabilità solo alle ipotesi di dolo o di colpa grave. Negli altri casi non si procede. “Appare evidente – secondo Lo Presti – come ciò, da un lato, riduca l’area del danno risarcibile (ponendo quindi, a carico della collettività le conseguenze dannose derivanti da comportamenti pur gravemente colposi di pubblici amministratori e dipendenti) e, dall’altro, potrebbe indurre sensazioni d’impunità e, quindi, una minore attenzione nella gestione delle risorse pubbliche, con un incauto avvicendamento: dalla ‘paura della firma’ al coraggio dell’impunità”.

I dubbi sulla gestione del Pnrr

Si tratta di un rischio che suscita molte perplessità specie in un momento in cui la gestione delle risorse del Pnrr e le misure contro la crisi indotta dall’emergenza sanitaria richiedono “la massima oculatezza nella gestione delle pubbliche finanze”. “Credo che nessuno – ha concluso Lo Presti – affiderebbe la gestione del proprio denaro ad un amministratore che ne risponderà solo per dolo”.

Rischio criminalità organizzata

“La gestione dei fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta un momento estremamente delicato che richiede un passo avanti sotto il profilo culturale, non solo delle magistrature ma anche delle forze di polizia e, soprattutto, da parte dell’amministrazione che è chiamata a gestire dei flussi finanziari che purtroppo attirano gli appetiti finanziari della criminalità organizzata. Sarà fondamentale recepire sotto il profilo culturale il concetto di prevenzione finanziaria. Fare in modo che si eviti che l’intervento a valle della magistratura. I controlli devono essere eseguiti a monte quando vengono finanziati i progetti. Per questo bisogna attuare tutte le precauzioni necessarie affinché ciò non avvenga”. Così il procuratore regionale della Corte dei conti in Sicilia, Gianluca Albo, a margine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, sul pericolo che gli ingenti fondi del Pnrr possano essere intercettati dalla criminalità organizzata”. ”Questo è il momento di una scommessa culturale che comporta un impegno da parte di tutti – ha proseguito -. Fino ad ora siamo stati abituati a un sistema di gestione ordinario, a cui seguiva una fase di controllo e poi di verifica a valle. In questa fase è importante consentire e conciliare velocità e controllo già a monte – ha aggiunto – perché a valle si accerta solo la distrazione che di solito è affidata a delle teste di legno ma poi non si recuperano le somme illecitamente sottratte”.

Crescono i Comuni in rosso

Cresce in Sicilia nel 2021 il numero dei Comuni in dissesto: con un incremento nell’ultimo anno di altri 7. Salgono così a 48 il totale delle amministrazioni in difficoltà finanziarie. Sulla gestione di bilancio degli enti locali, infatti, emergono criticità di natura strutturale, riferite tanto ai comuni di grandi dimensioni che a quello di media-piccola dimensione, di procedere alla riscossione delle entrate tributarie e patrimoniali, in misura idonea e sufficiente ad assicurare l’equilibrio finanziario”. E’ quanto emerge dalla relazione del presidente della Sezione di Controllo e delle Sezioni Riunite per la Regione siciliana della Corte dei Conti, Salvatore Pilato, illustrata oggi nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. A causa di una diminuzione delle entrate tributarie, la situazione finanziaria degli enti territoriali nell’Isola è connotata “dalla sussistenza di elevati disavanzi dovuti – prevalentemente – agli accantonamenti per le anticipazioni ricevute in passato dallo Stato e alla presenza di elevati crediti di dubbia e difficile esazione, che gravano su un sistema di riscossione contraddistinto da livelli di efficienza molto modesti”.