È caos nella gestione delle dighe in Sicilia secondo quanto denuncia il Sadirs. L’ufficio regionale che si occupa dei 24 grandi invasi dell’Isola è stato riorganizzato, restando però sguarnito in settori nevralgici: manca personale nella Ragioneria contabile per occuparsi delle istruttorie del piano nazionale dighe, manca personale per il patto per il Sud e per le manutenzioni, infine mancano dipendenti per i vari adempimenti necessari a realizzare i lavori di messa in sicurezza.

Lettera all’assessore regionale all’Energia

A lanciare l’allarme è il sindacato dei regionali Sadirs, che in una nota a firma del segretario generale Fulvio Pantano e del segretario regionale Salvatore Guccione chiede all’assessore all’Energia, Daniela Baglieri e al dirigente generale Calogero Foti un intervento urgente per risolvere le criticità segnalate. Il problema riguarda la gestione dighe e adduttori, la realizzazione di interventi strutturali, gli affidamenti e gli aspetti contabili. In tutto sono circa 300 i dipendenti turnisti dislocati nel settore, che però accusa gravi criticità ed è alla paralisi.

Tecnici carenti da tempo

Il Sadirs ricorda che “recentemente il personale, specie quello tecnico e amministrativo strategico per il conseguimento degli obiettivi, già carente, è stato ulteriormente depauperato con l’autorizzazione al trasferimento in altri uffici, senza al contempo prevedere adeguata sostituzione nei rispettivi ruoli. Il precario stato deficitario di personale – prosegue il Sadirs – pone i pochi funzionari rimasti in uno stato di grave sovraccarico lavorativo con la conseguente difficoltà a garantire in tempi ragionevoli lo svolgimento di tutti gli incarichi assegnati” .

Situazione sempre critica

Tempo fa una polemica a proposito di personale addetto alle dighe siciliane la aprirono i Cobas, anche se all’inverso rispetto a quella di oggi. Il sindacato dei dipendenti regionali attaccò nel 2019 il governo Musumeci per le nuove attività di trasferimenti di personale regionale, già in servizio in uffici che si trovavano in forte carenza organica, per andare a svolgere anche servizi di guardiania nelle dighe. I Cobas sostennero che questo operazioni furono scriteriate perché questo personale fu inviato senza avere la formazione e l’esperienza tecnica per svolgere la delicata attività richiesta.

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