La meningite è una malattia che troppo spesso non perdona. Ne esistono varie forme di natura batterica e la mortalità è sempre molto elevata. Il caso della ragazza morta lunedì al policlinico di Palermo rilancia un allarme che torna periodicamente.

La paura è certamente il peggior nemico ma la prevenzione è un arma fondamentale. Negli ultimi 5 anni  sono stati registrati 70 casi di meningite batterica. Non è un dato clinicamente allarmante ma è comunque una cifra che fa riflettere circa la pericolosità della malattia.

Il sistema di sorveglianza ha rilevato il picco di casi nel 2014 con 15 eventi di meningite batterica (di qualsiasi tipo) registrati ma lo scorso anno, il 2015, ne ha fatti registrare 12. Andando indietro nel tempo le cifre sono sovrapponibili con il minimo toccato nel 2013 con 9 casi  mentre nel 2012 sono stati 11 e nel 2011 sono stati 13. Nel 2016 siamo già a 7 casi anche se si parla sempre di tutti i tipi di meningite. Il trend, anche in questo caso, sembra analogo a quello degli ultimi anni.

“Dallo scorso anno – dice il responsabile del servizio epidemiologia dell’Asp di Palermo Nicola Casuccio – la Regione siciliana offre gratuitamente e attivamente il vaccini tetravalente che immunizza da tutti i tre ceppi virali. Purtroppo, però, le coperture sono ancora troppo basse. La gente non fa vaccinare i figli e spesso chi fa praticare il vaccino al neonato poi non lo porta per la seconda dose non completando il percorso di immunizzazione”.

I dati confermano l’allarme lanciato dagli esperti. gli ultimi dati disponibili parlano di una copertura vaccinale di appena il 65,5% dei bambini nel primo anno di vita. Copertura che scende al 55% fra i 12 e i 18 anni quando occorre somministrare la seconda dose. Questo vuol dire che metà della popolazione non è stata immunizzata.

“Come servizio sanitario continuiamo ad offrire il vaccino attivamente e gratuitamente – aggiunge Casuccio – sono le famiglie che devono convincersi dell’importanza di salvaguardare la vita dei nostri figli”

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