Oggi la giornata di mobilitazione nazionale per Almaviva in piazza SS. Apostoli a Roma e a Palermo in contemporanea dalle ore 10 è in programma un sit-in unitario davanti alla Prefettura per dire no ai licenziamenti che scatteranno se entro il 5 giugno non si troverà una soluzione.

Lunedì 30 alle ore 15 i sindacati sono nuovamente convocati al Mise. La vertenza è a uno snodo. I lavoratori a Roma hanno chiesto al sottosegretario di Stato della presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti di ricevere una delegazione in mattinata a palazzo Chigi per un confronto.

“Da Palermo l’Slc Cgil e la Cgil hanno lanciato l’idea di questa manifestazione unitaria di Roma con la partecipazione di tutte le sedi dei call center Almaviva. Non abbassiamo la guardia e oggi scendiamo tutti in piazza contro lo scempio di 3 mila licenziamenti annunciati nei tre siti di Palermo, Roma e Napoli, in un settore che ha una prospettiva straordinaria di sviluppo – dichiara il segretario Slc Cgil Maurizio Rosso – Siamo ancora al nulla di fatto, dopo l’ennesimo incontro di ieri tra sindacati azienda e ministero. La tensione è sempre più alta e sempre più ci rendiamo conto dell’immobilismo che ammanta il Paese Abbiamo chiesto per l’ennesima volta al governo di trovare strumenti adeguati e strutturali per portare il settore fuori dalla crisi”. “Chiediamo ancora investimenti al governo e all’azienda – aggiunge Rosso – per non buttare il lavoro che si è costruito in questi lunghi anni nel comparto comunicazione e servizi. Siamo qui per dire no ai licenziamenti e siamo aggrappati a questo tavolo per costruire una politica industriale che crei occupazione e sviluppo come in tutti i migliori Paesi europei. Un paese moderno si costruisce attraverso lo sviluppo tecnologico e culturale. Lotteremo fino alla fine per raggiungere l’obiettivo. Se lunedì al Mise non si dovesse raggiungere un accordo, torneremo a Palermo e porteremo avanti altre azioni di lotta. Ribadiamo la richiesta di una partecipazione attiva della Regione, che attraverso i fondi di formazione potrebbe dare aiuto a questa vertenza”.

Con la manifestazione di oggi a Roma i sindacati sollecitano al governo risposte concrete. “Ieri al Mise ma ci siamo sentiti ripetere le stesse cose di due giorni fa, addirittura con degli arretramenti, perché l’azienda intende procedere o con i licenziamenti e con soluzioni strutturali per rimettere in sicurezza l’azienda o è disposta a riproporre quello che i lavoratori al 95 per cento hanno bocciato, chiedendo pure il ritiro di tutti gli scioperi – aggiunge Rosalba Vella, segreteria Slc Cgil Palermo – Il nostro mandato è stato preciso: il no a contratti di solidarietà per 6 mesi con percentuali diverse nei vari siti italiani e a contratti part time orizzontali per 5 e 6 ore. I lavoratori non hanno chiesto di riproporre qualcosa già da loro espressamente negato. Anche l’utilizzo di un mix di ammortizzatori sociali previsti dal Job Act, che potrebbero complessivamente coprire fino a 36 mesi continuativi non convince perché i fondi per 36 mesi risulterebbero spezzettati. Ogni contenitore di ammortizzatori sociali deve avere un contenuto di risorse garantito. E la certezza di questi fondi per 36 mesi non esiste, c’è solo la promessa di un ministro”.

L’azienda Almaviva affida ad un comunicato stampa il commento di questi giorni frenetici di protesta dei dipendenti per evitare il licenziamento. Almaviva fa sapere che: “Il piano di riorganizzazione aziendale di AlmavivA Contact si è reso indispensabile per la necessità e l’urgenza di riportare l’azienda in condizioni di corretto equilibrio industriale nell’attuale contesto di mercato.
Come evidenziato dall’avvio della Procedura, il pluriennale ricorso a strumenti di solidarietà difensiva, che comportano un costo molto rilevante per la Società, non è assolutamente più sufficiente a fronteggiare la situazione di crisi strutturale e la gestione degli esuberi dichiarati.
Ad oggi – conclude l’azienda – la valutazione sulla tipologia e sulla durata degli ammortizzatori sociali, la cui disponibilità è stata comunque sottolineata dalla Viceministro dello Sviluppo Economico Bellanova, può essere considerata unicamente in presenza di contestuali proposte dirette ad affrontare nell’immediato ed in modo strutturale l’insostenibile condizione di squilibrio economico di AlmavivA Contact, garantendo la messa in sicurezza dell’Azienda e dei suoi lavoratori.

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