Non tira una bella aria in casa Amat. Nella giornata di ieri (martedì 26 marzo) il presidente Giuseppe Mistretta ha riunito il Consiglio d’Amministrazione dell’azienda. Il vertice è iniziato intorno alle 16 e si è concluso in tarda serata, con l’ennesimo nulla di fatto sul bilancio 2022. L’assemblea si è così aggiornata a venerdì pomeriggio, termine entro il quale gli uffici di via Roccazzo dovrebbero dare il via libera all’atto, anche se con un pesante passivo.

Il passivo strutturale di Amat e il tram

Un salasso che si potrebbe comporre di varie voci, anche se le certezze arriveranno solo in sede di approvazione del bilancio 2022. Alcune di queste sono ormai consolidate. Su altre invece il Comune sta provando a lavorare per eliminarle dal pesante conto attualmente in essere sulle spalle di Amat. Con riguardo alla composizione del passivo, lo stesso vede una perdita strutturale di sei milioni di euro. Capitolo di spesa sul quale pesano i costi dell’attuale sistema tram di Palermo.

Il duro braccio di ferro con la Regione

Ci sono poi i dodici milioni di euro relativi ai cosiddetti fondi del “vuoto per pieno” del periodo pandemico. Soldi riconosciuti dallo Stato alle azienda di trasporto pubblico per i danni causati dalle limitazioni imposte durante l’emergenza covid. Da Palazzo dei Normanni erano stati erogati in precedenza circa 8 milioni di euro (fondi con i quali Amat ha registrato un sostanziale attivo sul bilancio 2021). Oggi però, gli uffici della Regione li rivogliono indietro, mettendo un veto anche sulla restante quota da erogare di circa 4 milioni di euro. Una presa di posizione manifesta dai dirigenti regionali in una lettera inviata al Comune. Per sbloccare la situazione, i tecnici regionali attendono una norma da votare all’Ars che chiarisca, una volta e per tutte, l’interpretrazione della legge nazionale.

La mazzata dei pass ZTL e delle consulenze

Infine, ci sono i 3 milioni di euro per il mancato versamento dell’IVA sui pass ZTL rilasciati dal 2016 ad oggi. Richiesta notificata qualche giorno fà dall’Agenzia delle Entrate e alla quale Amat dovrà far fronte in qualche modo. Spese alle quali, secondo quanto affermato dalla consigliera comunale del M5S Concetta Amella, si aggiungerebbero anche altre voci di passività. Fra queste, un conto da 450.000 euro richiesto da una commercialista palermitana per onorari vari e una spesa da 300.000 euro per i servizi offerti da un call center ad Amat durante il periodo covid.

Non c’è nessun pericolo fallimento

Insomma, un salasso che potrebbe erodere (almeno per il momento) il capitale sociale di Amat. Stante così le cose comunque sarebbe scongiurata ogni ipotesi di fallimento. A chiarirlo è stato il Capo Area degli uffici del Controllo Analogo del Comune di Palermo Roberto Pulizzi. Durante la seduta dedicata al nuovo contratto di servizio di Sispi, il dirigente di Palazzo delle Aquile ha infatti chiarito che, comunque vadano le cose, il saldo negativo relativo al bilancio 2022 non supera i 2/3 del patrimonio netto. Fatto che, unito alla circostanza di un attivo previsto da 1,3 milioni sul bilancio 2023, non mette a rischio la continuità aziendale.

Gli scenari possibili sul bilancio 2022

Comunque vada, il bilancio 2022 si chiuderà in negativo. In teoria, l’azienda potrebbe mettere in campo un proroga per posticipare l’approvazione del documento contabile. Ma se invece, come sembra, il bilancio 2022 verrà chiuso venerdì pomeriggio, i possibili scenari potrebbero essere due. In caso di riconoscimento delle risorse richieste dal Comune di Palermo da parte della Regione Siciliana, Amat potrebbe chiudere i conti dell’annualità 2022 con un passivo fra i 6 e i 9 milioni. Un conto salato ma accettabile, compatibile con quanto messo da parte da Palazzo delle Aquile in sede di bilancio di previsione 24-26. Un saldo negativo che potrebbe diventare addirittura di 21 o 22 milioni qualora le somme del cosiddetto fondo “vuoto per pieno” dei mezzi pubblici non arrivassero da Palazzo dei Normanni. Un’ipotesi tutt’altro da escludere visto che, ormai, servirà comunque un intervento legislativo dell’Ars sulla questione.

Le refluenze sul piano di riequilibrio del Comune

In quest’ultimo caso, Amat potrebbe sopravvivere facendo ricorso al proprio capitale sociale. Ma le difficoltà economiche di Amat potrebbero non esaurire qui i propri effetti negativi. E’ chiaro infatti che, un simile saldo negativo dell’azienda, potrebbe avere delle refluenze future anche sul piano di riequilibrio ai cui è soggetto attualmente il Comune di Palermo. Fatto per il quale gli uffici di Palazzo delle Aquile avrebbero comunque tempo fino a giugno, termine entro il quale dovrebbe essere varato il rendiconto 2023. Se per allora l’Amministrazione guidata da Roberto Lagalla non avrà risolto la questione, si renderà necessario mettere da parte  altri 15 milioni rispetto ai 6 attualmente presenti nel fondo accantonamenti.

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