Profondo rosso in casa Amat. I lavoratori dell’azienda di trasporto pubblico locale si apprestano alla terza giornata di sciopero dall’inizio del 2024. Lunedì 8 aprile infatti, autisti e dipendenti amministrativi di via Roccazzo incroceranno le braccia per 24 ore. Giornata nella quale è previsto inoltre un sit-in dei lavoratori a Palazzo Comitini, sede pro-tempore del Comune di Palermo. Lo sciopero è convocato per chiedere al Comune di ridiscutere gli accordi di secondo livello dei dipendenti Amat. A preoccupare i sindacati però è soprattutto il destino del bilancio 2022. La strada è stata tracciata durante il CdA di venerdì 29 marzo, anche se mancherebbe una firma di uno dei componenti per rendere efficace l’atto (ci sarebbero in tal senso 60 giorni di tempo). Documento contabile che vede al momento un saldo negativo da 21 milioni di euro.

Un incubo chiamato tram

A pesare è soprattutto la questione irrisolta dei fondi per l’emergenza covid rimasti contesi con la Regione Siciliana. Caso che il CdA di Amat vorrebbe risolvere il prima possibile, quantomeno entro fine aprile, quando si dovrà capire se fare o meno ricorso al capitale sociale dell’azienda (al momento composto da 35 milioni di euro e che di conseguenza rischia di scendere a 14 milioni). Servirà in tal senso una norma interpretativa da votare all’Ars. Fatto sul quale il Comune dovrà far ricorso a tutte le pubbliche relazioni per cercare di accelerare i tempi, anche se la contemporanea presenza delle elezioni Europee potrebbe frenare il processo. Se si riuscirà a chiarire la questione, il saldo negativo tornerà a scendere ma non certo ad azzerarsi. Ci sono altre voci infatti che pesano sul passivo dei conti di Amat nel 2022. Fra queste spicca quella relativa al costo della gestione del sistema tram di Palermo. Servizio che ha causato all’azienda una perdita strutturale da sei milioni di euro.

Le critiche dei sindacati Amat

Il sistema tram di Palermo non piace di certo ai sindacati di Amat. In una nota inviata nella giornata del 2 aprile, le sigle dei lavoratori hanno quantificato le perdite causate dalla gestione del servizio. “Gli amministratori dell’Amat fanno harakiri non reagendo agli obblighi nefasti imposti dal socio che necessariamente dovrebbero viceversa consegnare le chiavi al proprietario. A cominciare proprio dal tram, pagato circa 5 euro al km quando ne costa 12″. Numeri sconfortanti e sui quali sarà necessaria un’inversione di tendenza, già a partire dal prossimo contratto di servizio.

La questione aperta del futuro contratto di servizio

Fronte sul quale, il Capo Area dell’Ufficio Mobilità Alessandro Carollo ha scritto agli uffici del Comune di Palermo lo scorso 22 marzo, sottolineando che “ad oggi non sono ancora pervenuti i documenti richiesti né è stato fornito riscontro”. Il dirigente ha poi aggiunto che “in mancanza della consegna dei sopra indicati documenti da parte di AMAT non è oggettivamente possibile definire i servizi da inserire nel Contratto di Servizio né, di conseguenza, dare seguito agli impegni discendenti dal predetto Accordo Conciliativo deliberato dalla Giunta”. Fra i documenti richiesti vi sarebbero il piano di risanamento adottato nel 2022, con la previsione dei servizi in perdita; il piano industriale definitivo, improntato ai criteri di efficienza e sostenibilità economica del servizio, nonchè allineato al piano di riequilibrio; il programma degli investimenti; il piano economico-finanziario (PEF); il programma di esercizio.

Le prossime linee a partire

Nonostante tutto, il tram rimane uno dei punti fermi della precedente e dell’attuale Amministrazione Comunale, la quale ha semplicemente previsto un cambio di priorità sul primo lotto di linee da costruire da qui in avanti. Il primo cantiere a partire sarà quello della linea C, ovvero quello che dovrebbe collegare il percorso dell’attuale linea 4 all’hub della Stazione Centrale di Palermo. Un’opera sulla quale si sono svolte le prime indagini geologiche per verificare l’eventuale presenza di sottoservizi che possano fungere da intralcio ai futuri scavi, nonchè i primi sgomberi di attività commerciali presenti sul percorso. I lavori dovrebbero partire in autunno dall’area di via Ernesto Basile, vero snodo cruciale della linea C per la presenza dello svincolo autostradale e per la necessità di superare viale Regione Siciliana.

I dubbi sulla linea A

A seguire partiranno gli interventi sulla linea B (Notarbartolo-Giachery). Infine, quelli sulla linea A. Quest’ultima però è recentemente finita all’interno dell’ennesimo polverone. Il passaggio su via Roma e su via Libertà è stato più volte messo in discussione. E al Comune, come venuto fuori nelle scorse settimane, si sarebbe pensato perfino ad un piano B per anticipare i lavori della linea D, in modo da chiudere definitivamente l’anello tramviario e da utilizzare la parte restante della linea A come testa di ponte per il futuro collegamento con l’area dello stadio Renzo Barbera.

I sindacati chiedono le dimissioni del CdA

Una matassa intricata sulla quale si aspettano certezze definitive dal Comune di Palermo, in particolare dal sindaco Roberto Lagalla e dall’assessore Maurizio Carta. Ad oggi bisogna fare i conti con una realtà che parla di quattro linee al momento scollegate fra di loro e che non riescono a bilanciare le entrate previste. Fatto che ha mandato in debito d’ossigeno le casse di Amat. Nemmeno la gestione dei pass Ztl sembra aver dato particolare sollievo, vista anche l’uscita prevista da tre milioni di euro per il mancato versamento dell’IVA sui ticket staccati dal 2016 ad oggi. Problemi sui quali i sindacati di Amat hanno dato ieri l’aut aut al CdA guidato dal presidente Giuseppe Mistretta. “Il Consiglio Comunale intervenga per ripristinare il capitale sociale. Oppure, il CdA dell’azienda si dimetta o restituisca i servizi in perdita senza ulteriori attese, altrimenti a fine anno dovranno registrare ulteriori perdite e questa volta non ci sarà più nulla da raschiare nel barile del capitale sociale di un gioiello di famiglia svenduto poco a poco”.

Lo sciopero dell’8 aprile

Un comunicato redatto anche in vista dello sciopero del prossimo 8 aprile. Mobilitazione che vedrà uno stop di ventiquattro ore alle attività aziendali. Gli autobus rientreranno nella rimessa di via Roccazzo a partire dalle 8.30 (garentendo così la fascia di garanzia), per poi uscirivi intorno alle 17.30. Non saranno invece attivi nè i servizi dell’officina, nè quelli degli operatori amministrativi. “Questo è il momento di far sentire la nostra voce e di dimostrare al sindaco quanto sia importante per noi ottenere giustizia e riconoscimento dopo tanti sacrifici”, scrivono le sigle sindacali, annunciando un sit-in a Palazzo Comitini. Luogo nel quale “attenderemo una convocazione del sindaco per discutere della nostra vertenza”.

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