L’anello ferroviario di Palermo ha avuto una lunga gestazione. Ancora la fine lavori è ancora lunga.

Il dibattito politico per realizzare una metropolitana leggera iniziò nei primi anni del 2000. Nel 2006 con il bando di gara emanato da Italferr per la realizzazione del primo lotto funzionale.

Il 22 giugno 2007 la Tecnis di Catania si aggiudicò l’appalto per un importo di 97,5 milioni di euro; vicende giudiziarie e contenziosi hanno tuttavia impedito l’apertura dei cantieri, per cui nel 2013 i lavori ancora non risultavano avviati.

Il 13 settembre 2012 la giunta regionale siciliana ha autorizzato il finanziamento di 27,991 milioni di euro dovuto ad alcune varianti, proposte da RFI, quale soggetto attuatore dell’intervento, e l’aumento dell’aliquota IVA. Il progetto originario era stato già finanziato con il precedente Programma operativo di Agenda 2000, per un importo di 124 milioni di euro.

Il progetto di prolungamento prevede la realizzazione delle ulteriori fermate di Porto, in progetto nel primo stralcio come trasformazione (in galleria) dell’attuale stazione di Palermo Marittima, Politeama, anch’essa prevista nel primo stralcio di progetto, e Malaspina, da progettare nel secondo stralcio.

Verrà inoltre attivata la fermata Libertà nella galleria tra le stazioni di Notarbartolo e Imperatore Federico.

A lavori ultimati l’anello ferroviario risulterà quindi composto di 8 fermate.

I lavori per il prolungamento della tratta sono iniziati ufficialmente nel settembre del 2014.

Adesso la fine dei lavori è stata spostata al 2021. E si pensa che l’apertura al pubblico nel 2022, ex stazioni in disuso che si trasformeranno in parchi con tanto verde pubblico, giochi e attrezzature speciali per i disabili.

L’anello ferroviario che verrà proietterà Palermo in una mobilità futura, dopo però che nel presente le sta facendo vivere tanti, troppi disagi, con cantieri che stanno mettendo in ginocchio la viabilità soprattutto del centro città e con quei ritardi in certi luoghi, come via Amari, che hanno distrutto attività decennali.

L’anello Ferroviario è un progetto che è in “chiusura”, dopo un ritardo di almeno tre anni, con due fasi: la prima, con un costo di 150 milioni di euro, per quanto riguarda la tratta Giachery – Politeama, che ha una lunghezza di circa 1,6 km ed include tre nuove fermate ( Libertà, Porto e Politeama), mentre la seconda fase, tratta Politeama – Notarbartolo” ha un’estesione di circa 1 km, di cui circa 800 metri in galleria naturale (galleria Malaspina) ed include la realizzazione della nuova fermata Malaspina.

Con la seconda fase ci sarà l’effettiva chiusura dell’anello ferroviario, con il proseguimento del tracciato dalla stazione Politeama (attraverso un percorso sottopassante le vie Paolo Paternostro e Malaspina) alla esistente stazione Notarbartolo. Il primo passo è stata la chiusura tra via Roma e via Wagner e Da via La lumia fino a via Ruggero Settimo, ad ottobre, il prossimo sarà la riapertura del nodo di via Scordia tra qualche giorno, il 30 novembre.

Successivamente, il 23 dicembre, si riaprirà l’area tra via Scordia e via Roma poi poi arrivare al 2020, quando entro il 30 aprile si dovrebbe riaprire la parte bassa di piazza Castelnuovo. Passo dopo passo, poi si arriverà a settembre del prossimo anno, quando il centro dovrebbe essere “liberato” dai cantieri con l’apertura tra via Wagner e via La Lumia, la parte alta di piazza Castelnuovo e il nodo via Ruggiero Settimo.

Nel 2020 dovrebbero iniziare sia la “canterizzazione” della zona del porto (via Crispi), con i vari step che si protrarranno fino al 2021, sia i lavori delle nuovi stazioni. La fine dei cantieri dell’anello ferroviario dovrebbe avvenire a giugno del 2021, da lì passeranno sei mesi per tutte le certificazioni del caso con tanto di pre-esercizio, e nel 2022 i treni potranno viaggiare sui binari cittadini.

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